DA ISCRIZIONE TROVATA A LAKISH, ISRAELE, TESTO ALFABETICO PIU’ ANTICO DEL LEVANTE
Un team di archeologi dell’antico insediamento cananeo di Lakish ha portato alla luce un frammento di ceramica databile a circa 3.500 anni fa su cui è inscritto quello che potrebbe essere il testo più antico trovato in Israele utilizzando una scrittura alfabetica. I primi testi cananei noti furono scritti usando geroglifici o caratteri cuneiformi.
La scoperta della scrittura alfabetica colmerebbe, dunque, una lacuna nella storia antica di una scrittura che apparentemente sarebbe stata sviluppata dai “migranti cananei” presenti nell’antico Egitto. Dal Levante, infatti, il sistema di scrittura alfabetico si sarebbe poi diffuso in tutto il mondo mediterraneo.
Il minuscolo frammento di Lakish è un frammento di un vaso di terracotta importato da Cipro ma sarebbe stato vergato con inchiostro in terra cananea. Misura solo 4 x 3,5 centimetri, il frammento contiene una manciata di caratteri distribuiti su due righe. È stato rinvenuto nel 2018 da una spedizione austriaca che opera a Lakish e il risultato della ricerca è stato recentemente pubblicato sulla rivista Antiquity.
Gli esperti dibattono ancora sulla decifrazione del breve testo che avrebbero datato all’inizio del Tardo Bronzo II, intorno al 1450 a.C.: questo dato fornirebbe, secondo Felix Hoflmayer, ricercatore dell’Istituto archeologico della Austrian Academy of Sciences, il ricercato “anello mancante” nella storia dell’alfabeto, collegando precedenti iscrizioni alfabetiche trovate in Egitto e nel Sinai a testi successivi rinvenuti a Canaan.
Durante la successiva Età del ferro, l’alfabeto proto-cananeo si sviluppò nei sistemi di scrittura usati dai popoli del Levante. Gli antichi israeliti lo avrebbero usato per per scrivere i primi libri della Bibbia ebraica, mentre la versione fenicia della scrittura sarebbe stata diffusa dai mercanti in tutto il Mediterraneo.
I cosiddetti testi proto-sinaitici risalgono al XIX/XVIII secolo a.C. e, generalmente, gli studiosi ritengono che siano stati realizzati da lavoratori o schiavi cananei che vivevano in Egitto, quasi 4.000 anni fa. Costoro, non abituati ad utilizzare i complessi geroglifici egizi, ne adottarono alcuni per rappresentare i suoni della loro lingua semitica.
Secondo Hoflmayer, quindi, questa prima scrittura alfabetica semitica, tornata dall’Egitto in terra cananea avrebbe prodotto le prime iscrizioni alfabetiche datate nel Levante tra il XII e il XIII secolo a.C., circa mezzo millennio dopo i loro predecessori proto-sinaitici, colmando quel divario tra la prima scrittura alfabetica del Sinai e i testi successivi nel Levante meridionale.
Il frammento di Lakish trova un saldo riscontro cronologico a metà del XV secolo a.C. grazie alla datazione al radiocarbonio di materiali organici trovati nello stesso strato archeologico dell’iscrizione. Portato alla luce tra i resti di un grande edificio parte delle fortificazioni della tarda età del bronzo di Lakish, il frammento era una piccola porzione di un vaso di ceramica decorata importato da Cipro.
Lakish, infatti, durante l’Età del Bronzo era una dei centri urbani menzionati negli antichi documenti egizi: situata a metà strada tra Gerusalemme e Beer-Sheva, ospitava strutture monumentali ed era una sorta di centro commerciale per le merci importate da tutto il Mediterraneo orientale. Durante la successiva Età del ferro, sarebbe diventato un insediamento chiave dell’antico regno israelita di Giuda ed è menzionato più volte nella Bibbia.
Secondo Haggai Misgav, epigrafista dell’Università Ebraica di Gerusalemme, le prime tre lettere del testo potrebbero completare la parola ebed, che significa “schiavo” o “servo”.
Questo non significa che la parola si riferisca a un vero schiavo, ma era più probabile che facesse parte di un nome. I nomi personali all’epoca spesso includevano la parola “servo” insieme al nome di un dio locale per invocare la protezione di quella particolare divinità o simboleggiare la propria devozione. Gli equivalenti più recenti di questo sarebbe il nome ebraico Obadiah (servo di Yahweh).
La seconda riga nell’iscrizione è ancora più difficile da interpretare ma potrebbe indicare la parola nophet che in ebraico significa “nettare” o “miele”. Non è chiaro se questo significhi che l’iscrizione dovesse contrassegnare la ciotola come il vaso di miele di qualcuno ma la sola semplice esistenza di questo breve testo alfabetico dalla Lakish del XV secolo a.C. ha entusiasmato i ricercatori circa la la proliferazione del primo alfabeto nel Vicino Oriente.
A causa della scarsità di testi di questo periodo, molti studiosi credevano che l’alfabeto proto-sinaitico fosse stato introdotto a Canaan solo tra il XIV o XIII secolo a.C., in un momento in cui l’Egitto controllava direttamente il Levante. Il frammento Lakish, però, che è di almeno un secolo più antico, mostrerebbe che la scrittura alfabetica era già presente nel Levante ben prima della conquista egiziana. Suggerisce anche che la diffusione di questo sistema di scrittura fosse legata ai legami tra l’Egitto e Canaan, particolarmente forti durante il cosiddetto Secondo Periodo Intermedio.
Durante questo periodo il nord dell’Egitto era governato dagli Hyksos , una dinastia di sovrani con radici semitiche. Sebbene raffigurati come invasori dalla successiva propaganda faraonica, la maggior parte degli studiosi ritiene che gli Hyksos erano in realtà una popolazione locale discendente da immigranti di lunga data provenienti dal Levante, forse quegli stessi lavoratori o schiavi di origine semitici che scribacchiarono i primi testi alfabetici nel deserto egiziano.
È quindi plausibile che fu durante la dominazione degli Hyksos che questa semplice idea di rappresentare suoni con simboli, usata per la prima volta dai migranti levantini in Egitto, compì una migrazione di ritorno nella terra di Canaan, fino ad estendersi per l’intero Mediterraneo.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini