LA GLORIA DI MICENE CATTURATA DAL DRONE
L’insediamento fortificato di Micene, nell’Argolide, da cui Civiltà Micenea, è un enigma della storia.
Probabilmente databile intorno al 1600 a.C., la roccaforte fu abitata per circa cinque secoli raggiungendo il suo apice intorno al 1350 a.C., testimoniato dai numerosi e affascinanti ritrovamenti realizzati nel sito di Micene, da uno dei primi esemplari di lingua greca, nota come la scrittura lineare B, alla celebre Maschera di Agamennone, un preziosissimo manufatto che avrebbe alimentato le opere epiche di Omero. Non mancano magnifiche realizzazioni architettoniche realizzate dai gruppi umani dell’età del bronzo che popolavano il sito, identificabili nel sontuoso megaron, all’iconica Porta dei Leoni.
La maggior parte di questi incredibili elementi sono presentati in un video realizzato con drone dalla Up Drones.
Chi erano i Micenei? Il termine miceneo non sarebbe misterioso come si vorrebbe pensare se gli autori antichi non avessero tramandano un’immagine distorta e fantasiosa del mondo acheo, non trattando un “ricordo” vero e proprio di quella civiltà, ma una sorta di amalgama di elementi del passato miceneo.
Il più grande esempio di classici ispirato all’antico mondo acheo da cui avrebbero preso spunto i Micenei proviene dalla poesia epica di Omero, nell’Iliade e nell’Odissea. Il sentimento storico popolare ha immediatamente mutuato Omero, cooptando i Micenei in quella Guerra di Troia ambientata in una data che corrisponderebbe solo marginalmente alla storia dei Micenei.
Alcuni, dunque, considerano l’Iliade non un’esposizione storica, ma una raccolta di tradizioni folcloriche che sono state tramandate da generazione in generazione intorno al IX-VIII secolo a.C., ben tre secoli dopo la scomparsa dei Micenei. Naturalmente non significa che le opere omeriche siano completamente prive di scenari storici reali. Ma, a volte, accanto alle tradizioni orali, molti dei narratori hanno anche inserito episodi frutto della loro fantasia, creando delle opere epiche e mitologiche meravigliose.
In uno strano scherzo del destino, è stato proprio il romanticismo delle conquiste letterarie di Omero che ha attirato gli archeologi verso la Civiltà Micenea, fino ad allora sconosciuta.
Alla fine del XIX secolo, Heinrich Schliemann, un uomo d’affari tedesco che voleva dimostrare al mondo l’effettiva esistenza degli eroi della guerra di Troia, si è imbattuto in un’antica tomba dell’età del bronzo proprio vicino al sito di Micene, colma di manufatti del corredo funerario in oro (incluso la celebre Maschera di Agamennone), argento, avorio e vasellame ceramico di ogni sorta.
La foga della scoperta ha indotto gli studiosi a pensare che si trattasse della Tomba reale di Agamennone, ma è stata in seguito valutata come un complesso funerario di una dinastia che esisteva già circa 250 anni prima della presunta guerra di Troia (Eratostene ha datato la Guerra di Troia tra il 1194 e 1184 a.C.), rendendo, comunque, un grande servigio alla storia riportando una civiltà greca dimenticata a nuova vita.
Daniele Mancini
Molto interessante. Lo proporrò ai miai alunni.
Grazie per leggermi
complimenti davvero
Grazie per leggermi