LA MAESTOSITA’ DEL TEMPIO DI GIOVE A BAALBEK, LIBANO
Una delle più complesse e imponenti imprese architettoniche mai concepite dai Romani è il magnifico Tempio di Giove a Baalbek, in Libano, città Patrimonio dell’Umanità, grazie all’UNESCO, dal 1984.
Il tempio, he ospitava la statua di Giove Eliopolitano, è famoso in tutto il mondo per le sue dimensioni e l’architettura maestosa e ha conservato le diverse fasi architettoniche delle diverse culture che hanno occupato la città: i Romani certamente costruirono la fase finale, quella oggi visibile: si trattava del più grande tempio romano conosciuto, in origine un periptero con 10 colonne sulla fronte, quindi decastilo, e 19 sui lati lunghi.
Oggi restano in piedi sei colonne colossali, con fusti di 2,20 m di diametro (pari a 75 piedi romani) e alte circa 20 m con la base e il capitello, realizzate con tre rocchi di pietra. La trabeazione, che raggiunge i 5 m di altezza, comprendeva un fregio decorato con protomi (teste) di tori e di leoni e con ghirlande.
Probabilmente costruito su una base del periodo ellenistico, il tempio è costituito da un enorme basamento circondato da un muro ancora più enorme, fatto con la sovrapposizione di blocchi di pietra sempre più grandi man mano che si sale. Giganteschi megaliti, di circa 500 tonnellate ciascuno, sostengono la parte superiore, costituita da blocchi di migliaia di tonnellate.
Giulio Magli, docente di archeoastronomia al Politecnico di Milano, nel suo libro Archaeoastronomy in the Roman World, fornisce diversi argomenti di archeoastronomia, come ad esempio, scrive che l’orientamento del tempio è posto verso il sorgere delle Pleiadi, un gruppo di stelle legato alla fertilità e al rinnovamento nel mondo greco-ellenistico, una scelta di orientamento che sarebbe insolita per gli architetti romani, che non davano molta attenzione alle stelle nella costruzione dei templi.
Secondo Magli esistono chiare analogie architettoniche con le fondamenta erodiane del Monte del Tempio a Gerusalemme, visibili nel cosiddetto tunnel occidentale e composte da giganteschi blocchi di pietra molto simili a quelli del corso intermedio di Baalbek: queste analogie hanno condotto Magli alla conclusione che il tempio sia stato progettato interamente, e molto probabilmente interamente eretto, sotto il regno di Erode e non durante il dominio dei Romani, che fondarono una colonia in quella zona intorno dopo il 64 a.C., anno della completa annessione, da parte di Pompeo Magno, dei territori di Palestina.
Erode il Grande è una figura storica piuttosto controversa. Tuttavia, la sua fama di grande costruttore è indiscussa e sembrerebbe che si possa aggiungere un ulteriore capolavoro, il Tempio di Giove a Baalbek, oltre al Monte del Tempio, a Masada e all’Herodium, nell’elenco delle sue splendide realizzazioni architettoniche.
Daniele Mancini
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