LA NECROPOLI ALESSANDRINA DI SHATBY FINALMENTE RIAPERTA AL PUBBLICO
Alessandria d’Egitto avrà un nuovo sito archeologico accessibile grazie alla riapertura della Necropoli ellenistica di Shatby, i cui lavori sono iniziati nel 2020.
L’evento segna il completamento con successo dell’Alexandrian Necropolis Project (2020-2023), un progetto archeologico multidimensionale realizzato dalla Società Archeologica di Alessandria, sotto la direzione di Mona Haggag, docente presso l’Università di Alessandria e Presidente della Società Archeologica di Alessandria, di Kyriakos Savvopoulos, del Center for the Study of Ancient Documents dell’Università di Oxford, e di Hussein Abd El Aziz, della Fondazione AG Leventis. L’Istituto di Cipro, l’Andreas Pittas Digital Lab, partecipa al programma di implementazione della mappatura digitale del sito e l’Università di Atene alla ricerca.
La Necropoli di Shatby è il più antico sito archeologico sopravvissuto alla fondazione di Alessandria e databile tra fine IV – III secolo a.C..Si tratta di un imponente complesso che un tempo ospitava le sepolture di individui venuti a popolare la nuova città di Alessandro Magno dalla Macedonia, dalla Tessaglia, da Creta e dall’Asia Minore. Consiste in diverse tombe tra cui l’Ipogeo A è un monumentale complesso multicamera ipogeo, due complessi minori corrispondenti e denominati Ipogei B e C, un’area sacra densa di monumenti consistenti in piccole torri a gradoni, un tempo basi di stele funerarie o di altari sopra delle tombe a fossa.
La necropoli fu localizzata nel primo decennio del XX secolo, durante i sistematici scavi di Evaristo Breccia, direttore del Museo Greco-Romano di Alessandria, ma lo scavo non fu portato a termine. Dopo decenni di abbandono, la spedizione della Società Archeologica di Alessandria ha ripreso lo scavo del Breccia nell’ambito del Alexandrian Necropolis Project. la necropoli ellenistica di Shatby è divenuto un moderno parco archeologico unico nell’ambito delle bellezze dell’Egitto.
Gli scavi hanno fornito un quadro completo dell’Ipogeo A, individuando, tra l’altro, l’antica facciata meridionale del monumento, diversi materiale antropologici (resti scheletrici) e oggetti in buono stato di conservazione. Tra i meravigliosi reperti parte dei vari corredi funerari portati alla luce vi sono sculture, monete, oggetti in vetro e ceramica, in particolare hydríai di tipo Hadra, un contenitore caratteristico della necropoli alessandrina. Dopo tre anni di lavoro sistematico (scavi, restauri, documentazione digitale,
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Le Tombe