LE DOMUS RITROVATE DI POMPEI
Di nuovo visitabili le domus affrescate di Marco Lucrezio Frontone e Obellio Firmo e il piccolo lupanare, con le famose scene erotiche.
Un “dono di Natale” unico: tra le Regio V e IX aprono ai visitatori, dopo quindici mesi di lavori di restauro e messa in sicurezza previsti dal Grande progetto Pompei, due domus, quella di Obellio Firmo e di Marco Lucrezio Frontone, incluso il piccolo lupanare, caratterizzato da affreschi erotici estremamente sontuosi! Nel corso delle operazioni di restauro, inoltre, i ricercatori hanno avuto modo di riportare alla luce due nuovi edifici, uno residenziale ed un impianto commerciale che nel corso del tempo subì un cambio di destinazione d’uso da panificio (pastrinum) a fullonica, la bottega che si occupava di lavare e smacchiare le vesti.
Sulla via Nolana, nella piccola ma elegante abitazione di Marcus Lucretius Fronto, un ricco e complesso apparato decorativo con immagini di eroi e personaggi mitologici rimandano allo status sociale del proprietario. Bacco, Arianna, Venere e Marte, sono solo alcune delle divinità presenti sulle pareti di questa domus. Nella parte posteriore, tra le macerie dei locali di servizio furono recuperati cinque scheletri di adulti e tre di bambini, schiacciati dal crollo del tetto che distrusse la città alla fine del I secolo d.C.
La domus di Obellio Firmo si apre sul lato meridionale della via di Nola con quattro enormi colonne in tufo e il cartibulum (tavolo) in marmo posto accanto all’impluvium (vasca per la raccolta dell’acqua) sono al centro dell’ingresso. Nella sala di rappresentanza sul fondo sono ancora ben conservate bellissime decorazioni parietali con paesaggi lacustri, donne offerenti presso una tomba e Cibele con timpano sotto al braccio.
Proprio dagli stili pittorici, gli studiosi hanno potuto attestare due fasi distinte che hanno interessato questa residenza. La prima risalente alla metà del I secolo a.C., e la seconda a soli cinquant’anni più tardi. L’abitazione subì grandi cambiamenti nel periodo del terremoto del 62 d.C., e forse le sue decorazioni in IV stile risalgono proprio a quel momento.
Inedito lo scavo emerso dalla pulizia effettuata dagli archeologi nella Regio IX, insula 3, utilizzata già dai pompeiani come una sorta di ‘discarica’ di materiali di costruzione. Così la trovò Giuseppe Fiorelli e la lasciò durante i suoi scavi a metà del 1800.
Il direttore generale della Soprintendenza di Pompei, Massimo Osanna, commenta: “Quella di aprire domus ed ambienti restaurati è diventata una piacevole consuetudine. Gran parte della Regio IX non era accessibile e le strade erano in condizioni di insicurezza dal periodo del terremoto che devastò questa zona nel 1980. Oggi restituiamo queste due residenze al pubblico con orgoglio e con la promessa di continuare a lavorare sulle zone ancora inaccessibili”.
Rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Pompei, le domus ritrovate
Foto Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei