LIBIA, CIVILI ARMATI A PROTEZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
Era il 2009, la crisi economica mondiale stava producendo i primi frutti, le cosiddette “primavere arabe” dovevano attendere ancora qualche anno e io, volenteroso e speranzoso, ho conosciuto la Libia. La Libia era ancora Mu’ammar Gheddafi, ancora saldamente al comando e in procinto di festeggiare il suo quarantesimo anniversario dall’inizio della Rivoluzione Verde, ma io l’ho conosciuta attraverso Tripoli, Tolemaide e, soprattutto, Cirene!
Una serie di missioni archeologiche sono partite da Chieti sotto l’egida dell’Università degli Studi G. D’Annunzio da diversi lustri impegnata in Libia e ho avuto la fortuna di parteciparvi, ho avuto la fortuna di ammirare l’immenso patrimonio archeologico libico ancora intatto, ancora “vergine” dalle deturpazioni che l’ignoranza della guerra civile ha pesantemente prodotto in seguito.
Oggi riporto questa agenzia del The National di Abu Dhabi che mostra come le coscienze verso il patrimonio culturale non hanno bandiere. Buona lettura!
La Libia, al suo stato attuale, è contesa da una miriade di fazioni, dalle agenzie governative ufficialmente riconosciute, alle organizzazioni islamiste, ai ribelli e alle milizie tribali, tutti con la loro quota di controllo regionale.
Ma in mezzo a questo caos, un gruppo di civili responsabili si sono assunti la responsabilità di proteggere il ricco patrimonio storico culturale del Paese. Un esempio particolare riguarda l’antica città romana di Leptis Magna, l’insediamento in origine punica che ha dato i natali all’imperatore Settimio Severo. Oggi, Ali Hribish, un ex dipendente di una società di energia elettrica, si è posto a guardia delle antiche rovine. La sua ricompensa? Una miriade di lettere di apprezzamento da parte di studiosi, appassionati di storia e dalle agenzie di salvaguardia del patrimonio.
Pur non avendo alcuna laurea in archeologia, Hribish, che proviene dalla vicina città di Khoms, ha riunito una squadra di volontari civili che ha le sue stesse idee ed ha imbracciato le armi per difendere l’antica città romana, già patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1982. Anche Ashraf Mohammed, uno dei “combattente del patrimonio”, 33 anni, che è stato tra i primi a entrare nel gruppo, ha affermato: “Mentre altri hanno difeso banche e uffici, abbiamo subito pensato a Leptis Magna. Una banca può essere ricostruita, ma i nostri monumenti e la nostra storia sono cose che non possiamo sostituire”!
Questo gruppo è composto da circa 20 giovani uomini armati con fucili Kalashnikov AK-47 e controllano un’area di 50 ettari appartenenti all’antico sito. Leptis Magna, originariamente fondata dai Fenici nel VII sec. a.C., si sviluppò fino a diventare una strategica roccaforte romana in Nord Africa durante la tarda Repubblica. Gran parte della sua crescita economica e culturale è dovuta ai fertili terreni agricoli circostanti l’insediamento e alla copiosa presenza di uliveti, tanto che la città è stata tassata da Cesare con tre milioni di libbre di olio all’anno!
Ma a differenza di gran parte dei paesi sopra citati e di alcune zone nella stessa Libia, Leptis Magna è relativamente sicura da intrusioni anche grazie allo sforzo di questi civili armati. Come Hribish ha chiarito: “Leptis Magna è stata protetta da atti di saccheggio e stiamo continuando a monitorarla. Non permetteremo all’is o a chiunque altro di metterci sopra le mani”.
Dal punto di vista pratico, Hribish non si illude che il suo diligente gruppo sia la soluzione permanente per proteggere l’antico sito: molte sono le preoccupazioni espresse per la mancanza di attrezzature di controllo, dalle telecamere di sorveglianza, dalle recinzioni, ai semplici estintori, necessari soprattutto per spegnere gli incendi delle sterpaglie in estate. Hribish spera ancora che la sua incredibile iniziativa abbia un aiuto nel mantenere il sito sicuro fino alla nascita di un governo stabile nel paese. Walid Abu Hamid, 33 anni, un altro civile del gruppo armato ha afferamto: “Abbiamo avvisato il Dipartimento delle Antichità, ma invano. Gheddafi emarginato la nostra storia e il nostro patrimonio per più di 40 anni. E’ tempo, per noi, di guardare avanti e mostrare le nostre ricchezze al mondo”.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori approfondimenti: The National