MARI, LA PIU’ GRANDE BIBLIOTECA PRIMA DI ALESSANDRIA
Molto è stato scritto sulla distruzione da parte dell’isis (volutamente in minuscolo…) di Ninive, in Iraq, e di Palmira in Siria, ma anche altri siti, come Mari, anche in Siria, di fondamentale importanza storica hanno sofferto le distruzioni di questi soggetti eufemisticamente ignoranti.
Mari, durante l’Età del Bronzo posta sotto il dominio del Re Zimri-Lim, era seconda per status solo alla Babilonia del Re Hammurabi. Il palazzo di Mari ha prodotto una delle più grandi raccolte della corrispondenza statale dell’epoca, fornendo preziose informazioni archeologiche sulla politica internazionale dell’inizio del II millennio a.C.
Un rapporto sulle indagini archeologiche realizzate durante la guerra ha scoperto che 1.286 scavi illegali sono stati realizzati in soli sette mesi, tra il 25 marzo e l’11 novembre 2014: l’obiettivo principale era lo spettacolare palazzo reale di Mari.
La regione moderna in cui si trova Mari, quella di Deir ez-Zor, è attualmente una zona ad alto rischio di violenza. Negli ultimi anni, l’isis ha distrutto centinaia di migliaia di preziosi manoscritti provenienti da antichi archivi, biblioteche e musei in tutta l’Iraq, con la giustificazione che molti documenti storici o manufatti rappresentano la cultura pre-islamica ritenuta politeista e idolatra.
Fondata intorno al 2900 a.C. sulla riva occidentale del fiume Eufrate, Mari si trovava all’incrocio di vie commerciali tra Siria e Mesopotamia. Un primo esempio di pianificazione urbana, completo di canali di irrigazione e di un bacino idrico, è stato realizzato alla fine del III millennio a.C.
La città ha raggiunto il suo apice nel XVIII secolo a.C. quando, nel 1775 a.C., Zimri-Lim, l’ultimo re di Mari, assunse il trono. Dopo aver sposato la figlia del suo vicino del Regno di Yamkhad, un regno semitico incentrato su Halab, in Siria, l’antica Aleppo, Zimri-Lim ha consolidato ulteriormente i legami facendo sposare i suoi figli con monarchi stranieri.
Le sue figlie hanno mantenuto un’ampia corrispondenza diplomatica con il padre, realizzando una diffusa rete di informazioni internazionali. Zimri-Lim si è alleato anche con il potente re di Babilonia, Hammurabi, i cui figli visitavano spesso Mari.
Grazie alla rete di alleanze di Zimri-Lim, Mari ha vissuto un periodo di pace: la sua prosperità economica, dovuta al commercio e alla produzione di tessuti, ha permesso a Zimri-Lim di espandere il palazzo reale esistente a 260 stanze, distribuito su 40 ettari, aggiungendo affreschi raffiguranti eventi storici, come la sua incoronazione.
I suoi architetti hanno eretto, al centro dell’edificio principale, una splendida fontana ornamentale e votiva a raffigurante una divinità della fertilità che sorreggeva un vaso d’acqua: la statua, rinvenuta in vari frammenti, è stata quasi completamente riassemblata.
In questo palazzo, i cui ambienti sono stati scavati negli anni ’30, gli archeologi hanno scoperto una serie di tavolette che documentano la corrispondenze ufficiali parte di uno dei primi archivi politici esistenti, dallo scambio di informazioni tra regnanti, alle registrazioni delle attività statali di commerci e scambi.
La vasta biblioteca di oltre 22.000 tavolette, per lo più scritte in accadico, sono state rinvenute, in un ambiente adibito ad archivio, nel sontuoso palazzo. Su queste tavolette, Zimri-Lim ha registrato alleanze con altre città, copie scritte di trattati bilaterali con i dettagli dei termini, invocando gli dei come testimoni e includendo maledizioni per impedire di violare tali accordi.
Intorno al 1762 a.C., l’alleato di Zimri-Lim, Hammurabi, marciava su Mari. Ha saccheggiato e distrutto, riducendola a città satellite dell’impero babilonese. Oltre a saccheggiare i tesori della città, l’esercito babilonese ha trafugato anche l’intero archivio di Mari, portando via quelle di proprio interesse e abbandonando il resto presso le rovine del palazzo. Parte di quelle 20.000 tavolette sono state rinvenute negli scavi archeologici degli anni ’30.
Non si conosce il motivo esatto per cui si siano inasprite le relazioni tra Mari e il suo più grande alleato, Babilonia. Forse Hammurabi voleva la ricchezza e il controllo di Mari sulle rotte commerciali, sui terreni coltivabili e sulle risorse idriche, oppure desiderava il controllo su un territorio ambito da entrambi.
Una tavoletta archiviata nella biblioteca di di Zimri-Lim descriva la richiesta del re, a sua moglie, la regina Shibtu, di consultare gli oracoli per scoprire se Hammurabi avesse attaccato; Shibtu ha rispostoche gli oracoli indicavano che Zimri-Lim avrebbe sconfitto il re babilonese. Purtroppo, non è stato così!
Altri di questi documenti, che risalgono principalmente all’ultimo secolo dell’esistenza della città, mostrano diversi rapporti epistolari con i regnanti delle altre potenze del Vicino oriente, attestando comunicazione di carattere legale, religioso, amministrativo, mostrano i modi in cui i monarchi interagivano tra loro, sia militarmente che diplomaticamente.
Oggi, molte delle tavolette di Mari sono conservate al Museo del Louvre, a Parigi, ma anche nei musei siriani delle città di Aleppo, Damasco e Deir ez-Zor.
E’ estremamente positivo che molti di questi manufatti siano conservati in Siria, nonostante i tentativi colonialisti e terroristici di saccheggiare il patrimonio culturale del paese per meri scopi pecuniari. Le tavolette Mari sono una viva testimonianza di una cultura secolare vessata da antiche e moderne avversità.
Daniele Mancini
Per ulteriori info: academia.edu