lunedì, 16 Settembre 2024
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MONASTERO DI SANT’ILARIONE, A GAZA, ISCRITTO NEL PATRIMONIO MONDIALE UNESCO

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L’antico Monastero di Sant’Ilarione a Tell Umm Amer, nella Striscia di Gaza, è stato appena iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo. La decisione è stata presa il 26 luglio 2024, durante la 46.a Sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, a Nuova Delhi (India). L’annuncio è stato fatto tramite l’account dell’UNESCO su X, ex Twitter.

Il monastero, attualmente anche sito archeologico, rappresenta gli inizi del monachesimo in Palestina ed è un punto di riferimento del Cristianesimo palestinese. Sant’Ilarione, un cristiano di origini pagane, istruito ad Alessandria, fondò il monastero nel III secolo sul suo luogo di nascita, un insediamento di epoca romana che appare nella mappa di Madaba con il nome di Tabatha. La Vita Hilarionis, scritta da S. Girolamo, dipinge Ilarione come l’istitutore dell’anacoretismo in Palestina. Il monastero prosperò fino al VI secolo d.C.

Il sito contiene le rovine di due chiese, un luogo di sepoltura, una sala battesimale, una necropoli pubblica, una sala delle udienze e un refettorio.

In termini moderni, come menzionato dall’UNESCO, il sito di Tell Umm Amer (Khirbet Umm al-Tutt) si trova nel villaggio di Al Nusairat sulla costa e sulla riva sud di Wadi Gaza, 8,5 chilometri a sud di Gaza City e 3,5 chilometri a sud di Tell el-Ajjul.

Nel 2012, la Delegazione permanente della Palestina presso l’UNESCO ha presentato un fascicolo che includeva il monastero di Sant’Ilarione nelle liste provvisorie dell’UNESCO come Tell Umm Amer.

Dopo l’inizio della guerra a Gaza, il Comitato intergovernativo dell’UNESCO per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato ha concesso “una protezione rafforzata provvisoria al sito e lo ha designato come “di interesse” nel suo primo rapporto preliminare di valutazione dei danni per i beni culturali nella Striscia di Gaza (25 gennaio 2024).

Tuttavia, mentre l’UNESCO non ha rilevato alcun danno al sito nel suo rapporto, un comunicato stampa del Ministero della Cultura palestinese lo ha rilevato come interessato da attacchi israeliani (18 gennaio 2024), mentre la ONG Heritage for Peace aveva rilevato danni parziali da bombardamenti indiretti nel suo rapporto del 7 novembre 2023.

Gli orrori della guerra, purtroppo, non hanno risparmiato il ricco patrimonio culturale presente nel territorio palestinese. Le bruttezze compiute dall’esercito israeliano sono alla pari delle peggiori rappresaglie naziste compiute nei territori occupati durante la Seconda Guerra mondiale, rappresaglie oggi avallate dai cosiddetti stati “democratici” del mondo… e i beni culturali sono la vittima comprimaria di questo comportamento indefinibile!

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: UNESCO

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