giovedì, 21 Novembre 2024
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NUOVO STUDIO SUL POPOLAMENTO DI CIPRO AVVENUTO GIA’ DAL PALEOLITICO SUPERIORE

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I modelli di dispersione dei primi esseri umani attraverso i continenti e le isole sono oggetto di accesi dibattiti, ma i ricercatori hanno scoperto che i cacciatori-raccoglitori della fine del Pleistocene si stabilirono a Cipro migliaia di anni prima di quanto si pensasse in precedenza.

CiproEsaminando i tempi della prima occupazione umana di Cipro, una ricerca condotta da Corey Bradshaw, docente della Flinders University,  ha scoperto che le grandi isole del Mar Mediterraneo erano destinazioni attraenti e favorevoli per i cacciatori-raccoglitori paleolitici.

Questi risultati confutano studi precedenti che suggerivano che le isole del Mediterraneo sarebbero state irraggiungibili e inospitali per le società di cacciatori-raccoglitori del Pleistocene.

Bradshaw, insieme a Theodora Moutsiou, a Christian Reepmeyer e altri, ha utilizzato dati archeologici, stime climatiche e modelli demografici per rivelare il primo popolamento di Cipro.

L’analisi delle datazioni archeologiche dei 10 siti più antichi di Cipro ha suggerito che la prima occupazione umana sia avvenuta tra 14.257 e 13.182 anni fa, molto prima di quanto si pensasse in precedenza.

I ricercatori affermano che l’isola fu poi rapidamente colonizzata. I modelli climatici hanno indicato che questo popolamento precoce ha coinciso con aumenti della temperatura, delle precipitazioni e della produttività ambientale sufficienti a sostenere grandi popolazioni di cacciatori-raccoglitori.

Sulla base dei modelli demografici, gli autori suggeriscono che grandi gruppi composti da centinaia a migliaia di individui siano arrivati ​​a Cipro in due o tre principali eventi migratori in meno di 100 anni.

Secondo Bradshaw, questo modello di insediamento implica una pianificazione organizzata e l’uso di imbarcazioni realizzate con tecniche avanzate; nel giro di 300 anni, o 11 generazioni, la popolazione di Cipro si era espansa fino a raggiungere una media di 4.000-5.000 individui.

La Moutsiou afferma che i risultati dimostrano che, anziché essere inospitale, Cipro e forse altre isole del Mediterraneo sarebbero state destinazioni attraenti per le società paleolitiche di cacciatori-raccoglitori.

Ricerche precedenti avrebbero sostenuto che la dispersione e l’insediamento umano a Cipro e in altre isole del Mediterraneo orientale sia attribuibile alle pressioni demografiche sulla terraferma dopo che il brusco cambiamento climatico ha visto le aree costiere inondate dall’innalzamento post-glaciale del livello del mare, costringendo le popolazioni agricole a spostarsi verso nuovi aree per necessità piuttosto che per scelta”, afferma.

Reepmeyer aggiunge che questa interpretazione è stata una conseguenza di importanti lacune nella documentazione archeologica di Cipro, derivanti dalla conservazione differenziale del materiale archeologico, da errori di conservazione, da incertezze associate alla datazione e da prove limitate del DNA. La nuova ricerca, invece, è basata su più prove archeologiche e tecniche di modellazione avanzate, cambiando concretamente la situazione delle ricerche.

Secondo Bradshaw, i nuovi risultati della ricerca evidenziano la necessità di rivisitare le questioni relative alle prime migrazioni umane nel Mediterraneo e di testare la validità delle date di insediamento precoce percepite alla luce delle nuove tecnologie, dei metodi sul campo e dei dati.

La ricerca  è stato pubblicato sulla rivista PNAS.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Deutsches Archäologisches Institut

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