domenica, 30 Marzo 2025
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PILLOLE DI STORIA: EGIZI E MITANNI

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Tante rubriche, tante riviste on line e su carta, tanti blog hanno la loro sezione di “Pillole di Storia“. In passato ho scritto articoli rivolti alla storia e all’archeologia ma questo specifico argomento che andrò a trattare è prettamente storico! Si parlerà di Egizi e Mitanni, due potenze a cavallo dell’Età del Bronzo mediterranea, a cavallo del XV secolo a.C.


Thutmosis III fece diverse campagne militari nel nord della Siria, contro il Regno dei Mitanni, che si era formato in quella regione verso il 1500 a.C., quando il suo antenato Thutmose I aveva già combattuto contro di loro.

Il Regno dei Mitanni continuava a espandersi e ad assimilare le regioni circostanti, come il Regno de­gli Hurriti di Hanigalbat e, di conseguenza, era noto con nomi diversi, in base all’epoca e agli individui che avevano scritto o parlato di esso. In linea generale, gli Egizi lo chiamavano «Naharin» o «N aliar ina»; gli Ittiti lo chiamavano «la Terra di Hurri»; gli Assiri lo chiamavano «Hanigalbat»; mentre i re locali vi si riferivano co­me Regno dei Mitanni.

La sua capitale, Waššukanni, non è mai stata trovata. È una delle poche capitali antiche del Medio Orien­te che sono sfuggite agli archeologi, malgrado gli indizi seducenti sia nei resoconti degli studiosi sia nei testi antichi. Alcuni pensano che potrebbe essere situata nel tumulo di Teli al-Fakhariyeh in Si­ria, a est dell’Eufrate; malgrado i numerosi tentativi, però, non è mai stato dimostrato. Recentemente, anche su questo blog, l’argomento è stato tratto  quando sono stati portati alla luce diversi manufatti che hanno fatto pensare alla capitale mitanni.

A sinistra, i nomi di Hatshepsut cancellati; a destra, invece, quelli di Thutmosis III lasciati intatti

Secondo numerosi testi antichi, la popolazione di questo regno era co­stituita per il 90% da Hurriti locali, come erano chiamati, gover­nati dal rimanente 10%, costituito da signori mitanni, che pare fossero di stirpe indoeuropea. Questo piccolo gruppo, che aveva conquistato la popolazione hurrita e che proveniva verosimilmen­te da regioni lontane, e aveva creato il Regno dei Mitanni, posse­deva un’élite militare nota con il nome di maryannu («guerrieri con carro»), celebri perché usavano il carro ed erano particolar­mente abili nell’addestrare i cavalli.

Un testo trovato a Hattusa, la capitale degli Ittiti in Anatolia, contiene un trattato, scritto nel 1350 a.C. circa da Kikkuli, un abile allenatore mitanni di cavalli, che dava istruzioni sul modo di addestrare i cavalli per un periodo di 214 giorni. Si tratta di un testo elaborato, che occupa quattro tavolette di argilla, benché inizi con semplicità:

«Così (parla) Kikkuli, l’allenatore di cavalli della terra dei Mitanni».

Nella sua ottava campagna, durante il suo anno 33 (nel 1446 a.C. circa), Thutmose III, come suo nonno prima di lui, lanciò sia una campagna di terra sia un assalto per mare contro il Regno dei Mitanni. Condusse la sua flotta su per l’Eufrate, malgrado le dif­ficoltà di procedere controvento e controcorrente, come rappresa­glia contro il sospetto coinvolgimento dei Mitanni nella rivolta dei Cananei, durante il suo primo anno di regno. Sconfisse infine l’esercito dei Mitanni e ordinò che fosse eretta una stele incisa a nord di Karkemish, sulla riva orientale dell’Eufrate, per comme­morare la sua vittoria.

Tuttavia, i Mitanni non rimasero succubi a lungo e, nel corso di un ventennio, il re dei Mitanni Saushtatar cominciò a espan­dere di nuovo il suo regno, attaccò la città di Assur, capitale degli Assiri, prendendo come bottino una porta di oro e argento che uti­lizzò poi per ornare il suo palazzo a Waššukanni, come conferma un testo più tardo che si trova negli archivi ittiti a Hattusa, e probabilmente affrontò anche gli Ittiti.

In meno di un secolo, all’epoca del faraone Amenhotep III, verso la metà del XIV se­colo a.C., le relazioni tra L’Egitto e i Mitanni erano così cordiali che Amenhotep sposò non solo una, ma due principesse mitanni.

Resti di palazzo mitanni sul Tigri

Mitanni, Assiri, Egizi: il mondo, dunque, stava già tessendo una rete di relazioni, anche se a volte si trattava solo di guerre!

È curioso che Thutmosis III fosse in contatto con regioni cosi lontane, e forse impegnato in un attivo scambio commerciale, an­che in terre situate a nord e a ovest dell’Egitto, È possibile che il contatto con la Lega di Assuwa (supponendo che sia la giusta iden­tificazione di Isy) sia stato inaugurato da Assuwa stessa e non dal­l’Egitto. Verso il 1430 a.C., Assuwa organizzò una rivolta contro gli Ittiti dell’Anatolia centrale e si deve considerare la possibilità che, durante il decennio che portò poi alla ribellione, Assuwa stes­se cercando attivamente contatti diplomatici con le altre maggiori potenze del Mediterraneo, tra cui gli Egizi.

La rivolta di Assuwa, che in passato ha interessato solo pochi studiosi, divenne di primaria importanza nel 1991, quando l’escavatorista di un bulldozer piantò la lama del suo veicolo su una ban­china stradale vicino al sito archeologico di Hattusa, capitale degli Ittiti, oggi a 200 km a est dalla moderna Ankara. La lama del bulldozer urtò contro qualcosa di metallico e l’escavatorista fu sbalzato dal sedile, si trovò a terra tra la polvere e sco­prì un oggetto lungo, sottile e sorprendentemente pesante, di un colore verde intenso, Sembrava una spada antica, supposizione poi confermata quando l’oggetto venne ripulito nel museo locale dagli archeologi della zona.

Non era tuttavia una spada tipica degli Ittiti, ma un modello mai visto prima nella regione e, inoltre, conteneva un’iscrizione in­cisa sulla lama. Poiché la lettura dell’iscrizione sembrava più facile della comprensione della fattura dell’oggetto, fu eseguita come prima cosa la traduzione.

Scritta in accadico, il linguaggio diplo­matico dell’Età del Bronzo nel Medio Oriente antico, con segni cuneiformi, l’iscrizione si legge come segue:

i-nu-ma mDu-ut-ka- li-ya lugal.galkur uruA-as-su-wa u-bal-liq girhia an-nu-tim a-na DIskur be~li.su u-se-li.

La traduzione è la seguente:

«Quando Duthaliya il Grande Re sconfisse il paese di Assuwa, dedicò queste spade al dio della tempesta, il suo signore».

L’iscrizione si riferisce alla cosiddetta rivolta di Assuwa, che il re ittita Tudhaliya I/II sedò nel 1430 a.C. circa (lo si indica con «I/II» perché i ricercatori non sono sicuri se fosse il primo o il secondo re con questo nome).

La rivolta era già nota agli studiosi che hanno ana­lizzato l’impero degli Ittiti, grazie a molti altri testi, tutti scritti in carattere cuneiforme su tavolette d’argilla ritrovate da archeologi tedeschi durante gli scavi a Hattusa, all’inizio del secolo scorso.

Tuttavia, la spada era la prima arma, anzi, il primo manufatto, che poteva essere associato alla rivolta. E’ chiaro dall’i­scrizione che ci sono altre spade, ma non sono state ancora ritro­vate.

Il prossimo appuntamento di “Pillole di Storia” parlerò di Ittiti, si tenterà di localizzare Assuwa ed esaminare da vicino la rivolta e spie­gare perché questa potrebbe essere la prova di un «proto-internazionalismo» e, potenzialmente, perfino la dimostrazione che la Guerra di Troia è stata combattuta duecento anni prima di quando generalmente si creda, e per ragioni diverse da quelle addotte da Omero…

STAY TUNED!

 

Daniele Mancini

Per un approfondimento bibliografico:

  • J. C. Darnell and C. Manassa, Tutankhamun’s Armies: Battle and Conquest during Ancient Egypt’s Late 18th Dynasty, Hoboken 2007
  • A. Podany, Brotherhood of Kings. Oxford 2010
  • A.Nyland, The Kikkuli Method of Horse Training: 2009 Revised Edition, Sydney, 2009
  • E. Cline, D. O’Connor, Thutmose III. A New Biography, Ann Arbour 2006
  • P. Matthiae, Dalla Terra alla Storia, Torino 2018
  • C. Broodbank, Il Mediterraneo, Londra 2013
  • M. Liverani, Antico Oriente. Storia, società, economia, Bari 2011

2 pensieri riguardo “PILLOLE DI STORIA: EGIZI E MITANNI

  • Giuseppe

    Complimenti, ottima iniziativa

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    • Daniele Mancini

      Caro Giuseppe, grazie per leggermi!

      Rispondi

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