“QUESTA E’ SPARTA!” – terza parte
Continuo a “raccontare” Sparta e oggi analizzo il tema donne, uguaglianza e regnanti della più “tosta” tra le pòleis greche!
Buona lettura.
Le ragazze, pur non formate militarmente, dovevano attuare un rigoroso programma fisico. Secondo la storica Sue Blundell, la forma fisica è sempre stata considerata importante per le donne, come per gli uomini e non è raro incontrare nomi femminili tra i partecipanti di gare atletiche e prove di forza: dai lanci di disco e giavellotto, alla lotta.
Inoltre, secondo la Blundell, le donne hanno imparato a cavalcare, a guidare i carri nelle processioni sacre ma anche durante le cerimonie agonistiche delle Giacinzie, festa in onore di Giacinto, un giovane della mitologia greca ucciso accidentalmente da un disco lanciato da Apollo che ne era innamorato, durante le quali si svolgevano corse in carro a due cavalli.
Secondo alcuni autori antichi, la donna spartana si è addirittura messa in gioco nelle Olimpiadi quale concorrete nella corsa dei carri. Nel V secolo a.C., una principessa spartana di nome Cinisca (anche conosciuta come Kyniskas) è diventata la prima donna a vincere nei Giochi Olimpici!
Pausania, il celebre scrittore vissuto nel II secolo d.C., scrive di lei: “Archidamo ebbe anche una figlia di nome Cinisca che bramava affermarsi nelle gare olimpiche e, prima fra le donne, allevò cavalli e per prima ottenne una vittoria” ( Pausania, III 8,1). Cinisca è descritta come estremamente ambiziosa ed è stata la prima donna a vincere alla guida di cavalli e la prima a riportare una vittoria olimpica. Dopo Cinisca altre donne lacedemoni hanno ottenuto vittorie nei giochi olimpici, ma nessuna di loro si è distinta come Cinisca.
Se le donne spartane non hanno mai praticato alcuna attività pubblica senza vestiti, gli uomini spartani, secondo alcuni autori antichi sono stati i primi a eliminare gli abiti soprattutto nelle palestre, nel momento degli allenamenti sportivi. Questo scrive il professor Dartmouth Paul Christesen nel suo celebre testo di storia antica.
Lo scrittore greco Tucidide, vissuto nel V secolo a.C. scrive; “Gli Spartani furono anche i primi a spogliarsi e, mostrandosi nudi in pubblico, a spalmarsi con abbondanza d’olio in occasione degli esercizi ginnici” (Libro I, 7). Aggiunge, inoltre, Tucidide: “Furono i primi gli Spartani ad adottare un sistema di vestire misurato e semplice, moderno: anche per quanto concerne gli altri aspetti della vita i più abbienti generalmente si mantennero allo stesso livello del popolo”! (Libro I, 7).
Anche la poesia spartana ha mostrato un desiderio di uguaglianza tra gli Spartani maschi. Questo desiderio, per un certo livello di uguaglianza, si applica a qualcosa di semplice come una ciotola di zuppa. Si legge da un passo di un poema di Alcmane “e un giorno ti darò un tripode fondo, ove tu possa unire … adesso non è ancora mai stato sul fuoco, ma presto sarà pieno di zuppa, quella che Alcmane, di gusti semplici, ama calda dopo il solstizio. Infatti egli non mangia cibi elaborati, ma va in cerca di quelli ordinari, come il popolo” – Alcm. fr. 9 C (= 17 PMG)
Ecco l’ultimo argomento di oggi: i Re di Sparta. Sparta nel tempo ha sviluppato un sistema con una doppia “leadership” reale, ossia due re che governano in una sola volta. Il loro potere è stato controbilanciato dall’antica magistratura, eletta, del Consiglio degli Efori, che restavano in carica solo per un anno). E’esistito, inoltre, anche un Consiglio degli Anziani (Gherusia) composta da ultrasessantenni eletti a vita dall’assemblea che riuniva tutti gli maschi spartani (Spartiati) di oltre trent’anni, per acclamazione. L’assemblea generale, composta da ogni cittadino, aveva anche la possibilità di votare sulla legislazione.
Il leggendario legislatore Licurgo è spesso accreditato dalle fonti antiche per essere stato il principale legislatore spartano. Scrive Plutarco: “Dopo aver ridistribuito la terra, assegnando la stessa porzione a tutti i cittadini, dicono che partì per un lungo viaggio; di ritorno, mentre percorreva la campagna subito dopo la mietitura, vide i covoni di grano, perfettamente allineati e tutti uguali: compiaciuto e sorridente, disse ai presenti che l’intera Laconia sembrava un podere diviso da poco tra tanti fratelli” (Apoftegmi spartani, 226B).
— CONTINUA–
Daniele Mancini
Per ulteriori info:
Sue Blundell, Women in ancient Greece, Harvard University Press 1995
Paul Christesen, Donald Kyle, (a cura di), A Companion to Sport and Spectacle in Greek and Roman Antiquity, Koboken 2014
Emilio Piccolo (a cura di), Tucidide. Storie, Napoli 2009