“QUESTA E’ SPARTA!” – ultima parte
Si conclude, con la quinta e ultima parte, il breve resoconto della storia di Sparta in cui ho delineato gli avvenimenti essenziali, i tratti della politica e della vita interna della polis più affascinante del Peloponneso.
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Buona lettura.
Una serie di eventi ha portato Sparta a essere dapprima la forza preminente nell’Egeo per diventare, poi, una potenza di secondo piano.
Poco dopo la loro vittoria nella Guerra del Peloponneso gli Spartani si sono rivoltati contro i loro sostenitori persiani e hanno lanciato una campagna militare, inconcludente, in Turchia. Nei decenni successivi, inoltre, sono stati costretti anche a operare campagne su diversi fronti.
Nel 385 a.C. gli Spartani hanno affrontato Mantinea e hanno utilizzato un abile sistema di inondazioni per distruggere la loro città. Senofonte racconta che i mattoni bassi delle mura cittadine sono stati sommersi e, dopo un certo tempo, non sono riusciti a sostenere quelli superiori portando al cedimento dell’intera cinta: la città è stata costretta a cedere contro questo attacco alquanto ortodosso.
L’ennesima sfida con Atene, però, ha severamente colpito l’egemonia spartana. Nel 378 a.C. Atene ha costituito una seconda confederazione navale per sfidare la talassocrazia (dominio militare e commerciale di uno spazio marittimo) spartana. Ma il colpo di grazia è venuto non da Atene, ma da una città chiamata Tebe., alleato spartano durante la Guerra del Peloponneso. Spinta dal re Spartano Agesilao II, dopo che le relazioni tra le due città sono diventate sempre più ostili, nel 371 a.C. una battaglia fondamentale si è svolta a Leuttra.
Secondo le fonti, a Leuttra, per ragioni poco chiare, gli Spartani hanno posto la loro cavalleria davanti alla falange. La cavalleria spartana non è mai stata una grande forza perché i buoni guerrieri spartani insistevano ancora a servire come opliti. I Tebani, invece, hanno sempre avuto un’antica tradizione di cavalleria e i loro eccellenti cavalli, molto esercitati nelle ultime guerre, hanno subito sconvolto la cavalleria spartana e si sono immediatamente portati addosso alla falange spartana, andata in confusione e spingendola verso una carneficina preannunciata.
Anche il re spartano Cleombroto I,combattendo nella falange, è stato severamente ferito e portato via dalla battaglia. Sembra che il generale tebano Epaminonda, parafrasando Leonida, abbia detto ai suoi uomini: “[…] deh donatemi un passo, e noi avremo la vittoria!” I Tebani hanno cinto d’assedio gli Spartani che, senza il loro re, in fuga, hanno riportato oltre 400 morti sui 700 cittadini spartani impiegati nella battaglia. I Tebani si sono precipitati verso sud, ottenendo il sostegno di altre poleis, e hanno liberato la Messenia, privandola della base del suo sistema di potere e instaurando una vera e propria egemonia tebana.
Sparta non ha mai recuperato dalle perdite subite in questa battaglia.
Nei secoli successivi, Sparta si è trovata sotto l’influenza di diversi poteri, tra cui la Macedonia, la Lega achea (una confederazione di città greche) e, più tardi, Roma.
In questo periodo di declino, gli Spartani sono stati costretti a costruire, per la prima volta, una cinta muraria. Gli sforzi per ripristinare Sparta alla sua potenza militare sono stati compiuti da diversi re: Agide IV (244-241 a.C.) e, successivamente, Cleomene III (235-221 a.C.) hanno portato a riforme per annullare il debito pubblico, hanno suddiviso terre, hanno consentito agli stranieri e ai non cittadini di diventare Spartani, estendendo la “cittadinanza” a oltre 4000 persone.
Se le riforme hanno restituito un certo livello di rinnovamento, Cleomene III è stato costretto a cedere la città al controllo della Lega achea, fino alla caduta sotto il giogo romano.
La gente di Sparta non ha mai dimenticato la propria storia e, nel II secolo d.C, lo scrittore greco Pausania, visitando Sparta, notando la presenza di un grande mercato, ne decanta le caratteristiche scrivendo come il suo portico sia stato realizzato con trofei conquistati durante le guerre persiane. Secondo Pausania, anche le colonne del mercato sono figure di marmo bianco trafugate ai persiani.
Non manca, inoltre di descrivere la Tomba di Leonida, quella del generale Pausania, sulle quali, ogni anno, solo e unicamente gli Spartani hanno lasciato componimenti letterari di un agone dedicato agli eroi antichi.
Anche se tracce di vita della città di Sparta si hanno anche nel Medio Evo, oggi la moderna di Sparta sorge vicino alle antiche rovine, con una popolazione di oltre 35.000 abitanti. Dei resti dei monumenti spartani ne sono identificabili solo tre: il Santuario di Artemide Orthia, accanto al fiume Eurotas, il Tempio di Atena Chalkioikos (“casa del bronzo”), l’acropoli e il teatro romano appena sotto di esso.
Nonostante Tucidide abbia predetto che le rovine di Sparta non sarebbero mai state individuate dai posteri, se le rovine di Sparta potrebbero non essere impressionanti come Atene, Olimpia o numerosi altri siti greci, le storie e la leggenda degli Spartani vivono.
Ai giorni nostri, sia che si guardi un film epico, sia che si legga un fumetto, sia che si giochi a un videogioco, sia che si studi la storia antica, è certo che si ricorda e si osanna maggiormente la storia di Sparta e di quanto significhi la sua leggenda.
Daniele Mancini