venerdì, 22 Novembre 2024
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RESTAURATO GRANDE TEMPIO SABEO IN ETIOPIA

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Yeha, una città nella regione del Tigray in Etiopia settentrionale, vanta una vasta gamma di credenziali storiche tra cui quella di essere la capitale del Regno di D’mt, dal X al V secolo a.C. Durante questa epoca, gruppi tribali provenienti dall’attuale Yemen, conosciuto come Sabea, il regno identificato con la terra biblica di Saba, hanno eretto, nel VII sec. c.C., quello che oggi è conosciuto come il Grande Tempio di Yeha.

Progettato nell’antico stile del Sud della Penisola arabica, la struttura sacra è alta quasi 15 metri e presenta una fondazione intatta che ha resistito ai rigori del tempo, nonostante sia stata pesantemente danneggiata nell’antichità da un incendio. Oggi, dopo anni in cui si è corso il rischio che la struttura crollasse, uno serio e importante sforzo di collaborazione tra il Deutsches Archaologisches Instituts (DAI) e l’Orient Department and the Ethiopian Antiquities Authority, ha provocato il tempestivo restauro e ripristino della Grande Tempio di Yeha.

Foto DAI

Partiti nel 2009, i lavori di restauro hanno comportato l’installazione di una struttura in acciaio inox e il rafforzamento delle sezioni in muratura. Grazie a impensabili scambi idomatici, i responsabili del progetto, approfittando della conoscenza del locale dialetto, hanno permesso ai ricercatori di lavorare in stretta collaborazione con la popolazione locale, nel tentativo di proteggere e mantenere la ricca identità culturale nativa simboleggiata dall’antico tempio di 2700 anni or sono, uno dei più importanti edifici religiosi antichi  dell’Africa orientale.

Il Grande Tempio di Yeha è stato dedicato a Almaqah (o Al-muqh), il Dio supremo sabeo che ha anche avuto un posto speciale anchd nel pantheon del Regno di D’mt. Secondo il DAI, il materiale da costruzione del tempio non è stato la pietra arenaria locale, ma un candido calcare accuratamente lucidato proveniente dalle cave intorno a Wuqro,  a circa 80 km a est di Yeha. Il santuario non solo servito come luogo di culto, ma anche come una sorta di dichiarazione politica e di potere  della comunità di Di’amat o D’mt, sviluppatasi nei primi anni del primo millennio a.C. sugli altopiani etiopici.

È interessante notare che, mentre il Grande Tempio è stato danneggiato da un incendio forse nel V sec. a.C., la costruzione di una chiesa in VI sec. d.C. ha parzialmente protetto la struttura dell’edificio dalla completa distruzione. La costruzione più recente è stata anche rafforzata alla base della solida fondazione originariamente realizzata dai Sabei. In sostanza, è stato lo sforzo di ‘collaborazione’ e  una serie di coincidenze fortuite e valida ingegneria che hanno permesso la conservazione dell’antico tempio nel corso dei millenni.

Il DAI ha concluso che con il completamento del vasto lavoro di restauro, questo storico e importante monumento può ancora una volta essere reso accessibile al turismo. Il progetto è un ottimo esempio di cooperazione etiopico-tedesca di successo nel campo della conservazione culturale e lo sviluppo del turismo sostenibile di questa regione. Esso ha anche la funzione di progetto pilota, precursore di ulteriori progetti di conservazione culturale in questa regione.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Deutsches Archaologisches Instituts

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