RETE STRADALE ROMANA IDENTIFICATA CON LiDAR IN CORNOVAGLIA
È stata identificata una rete stradale romana che attraversava il Devon e la Cornovaglia, collegando importanti insediamenti con fortezze militari nelle due contee e nella più ampia Provincia della Britannia.
Gli archeologi dell’Università di Exeter hanno utilizzato le scansioni laser raccolte con il sistema LiDAR dell’Agenzia per l’Ambiente per identificare nuove porzioni di di strada a ovest del confine precedentemente identificato. Utilizzando sofisticate tecniche di modellazione geografica, che incorporano informazioni sui gradienti e sul rischio di inondazioni, i ricercatori sono stati quindi in grado di mappare l’intera estensione della rete e iniziare a comprendere le ragioni della sua esistenza.
La ricerca ha rivelato che il principale centro nevralgico della rete è stato North Tawton, supportando collegamenti strategicamente vitali con gli estuari fluviali a nord e a sud di Bodmin e Dartmoor. Questi risultati sono esplorati in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Computer Applications in Archaeology, Remote Sensing and GIS Modeling of Roman Roads in South West Britain.
La ricerca è stata condotta da Christopher Smart e da João Fonte, specialisti in Archeologia del Paesaggio e Patrimonio dell’Impero Romano, presso il Dipartimento di Archeologia e Storia di Exeter. César Parcero Oubiña, dell’Istituto di Scienze del Patrimonio, Consiglio Nazionale delle Ricerche in Spagna, specialista in tecnologie geospaziali applicate all’archeologia, ha guidato la modellazione della rete stradale romana.
Smart ritiene che, nonostante più di 70 anni di studi, le mappe pubblicate della rete stradale romana nella Gran Bretagna meridionale siano rimaste sostanzialmente invariate e tutte sono coerenti nel dimostrare che a ovest di Exeter, l’antica Isca romana, poche sono le tracce di un sistema di strade a lunga percorrenza. La recente disponibilità di una copertura LiDAR, continua per la Gran Bretagna, ha fornito i mezzi per trasformare le ipotesi della rete viaria romana all’interno della provincia, e soprattutto nelle contee dell’estremo sud-ovest, nel territorio dei Dumnoni, in vera e propria tracce di esistenza.
Il programma nazionale LiDAR (Light Detection and Ranging) è stato condotto tra il 2016 e il 2022 dall’Agenzia per l’Ambiente coprendo l’intera Inghilterra e i dati sono stati resi disponibili tramite la piattaforma DEFRA Data Services, rendendo disponibile scansioni dell’intero territorio. Il team di Exeter ha studiato le scansioni e insieme sono stati mappati circa 100 km di strade aggiuntive.
Sebbene questo rappresenti un progresso significativo, il quadro generale rimase frammentario, con ampie porzioni della mappa che non mostravano tracce di strade romane. Pertanto, il team ha sviluppato un modello predittivo del GIS che potrebbe colmare in modo intelligente le lacune relative al probabile layout della rete.
Utilizzando un approccio basato sui percorsi praticabili con il minor dispendio di risorse e altri metodi come le reti di mobilità focale e i corridoi di transito, il team ha iniziato a tracciare i nodi primari e secondari nelle due contee. Tra questi, fortificazioni militari permanenti, inclusi i noti forti di Old Burrow e The Beacon a Martinhoe, così come gli insediamenti a Exeter e North Tawton.
I ricercatori hanno quindi calcolato i percorsi più facili tra questi punti e con l’ausilio delle scansioni LiDAR, il team è stato in grado di identificare altri 13 km di strada romana entro una breve distanza prevista dal modello.
La fase finale ha visto i ricercatori utilizzare reti di mobilità focale e corridoi di transito per estendere la rete stradale ad aree che si trovano oltre i principali siti romani conosciuti nella regione, suggerendo alcuni percorsi secondari o terziari alternativi al miglior percorso ottimale nel processo. Sono stati identificati anche serie di nuovi “punti terminali”, in particolare nell’estremo ovest della Cornovaglia e lungo la sua costa meridionale.
In termini di cronologia, è probabile che la rete proposta sia un amalgama di strade preistoriche preesistenti, strade di campagna militare romana formalmente adottate nel sistema di comunicazioni provinciale, e di quelle costruite in tempo di pace in un ambiente interamente civile. Il modello evolutivo è riuscito ad individuare quanto la rete non collegava direttamente solo i forti romani e il loro entroterra, ma sembra invece servire a uno scopo più ampio di quello richiesto dall’approvvigionamento militare.
La ricerca pone il punto anche sulla logica principale alla base della rete, quella di facilitare i veicoli trainati da animali ed evitare le aree in cui erano possibili inondazioni.
Questa rete, identificata dalle scansioni e dalla modellazione abilitata dal GIS, può servire a mettere a disposizione la ricerca, spesso non completamente conosciuta. la posizione degli insediamenti che ci sono ancora sconosciuti.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Università di Exeter