RINVENIMENTI DA SITO DI BATTAGLIA NAVALE DELLA GUERRA PUNICA
La Battaglia delle Isole Egadi è stata l’ultimo scontro navale combattuto tra le potenze mediterranee di Cartagine e la Repubblica romana, nel marzo del 241 a.C. I Romani, probabilmente sottovalutati per numero dai loro nemici cartaginesi, hanno ottenuto una vittoria decisiva nella battaglia che ha portato alla fine della Prima Guerra punica, in quell’anno stesso.
Oggi, dopo oltre 2.200 anni, uno team composto da ricercatori della Soprintendenza del Mare e del GUE (Global Underwater Explorers), nell’ambito dell’Egadi Project 2017, ha rinvenuto un’enorme quantità di manufatti provenienti da questo imponente scontro navale, non lontano dalla costa occidentale della Sicilia.
Il progetto di scavo subacqueo del 2017 si è concentrato sul fondale nord-ovest dell’isola di Levanzo, a una profondità di circa 260 metri sotto il livello del mare. I ricercatori sono riusciti a individuare due rostra in bronzo, oltre agli undici elementi già trovati in precedenza. Il rostrum (rostro), è un pesante oggetto da sfondamento che veniva montato sulla prua delle navi antiche per affondare le navi nemiche.
Abbastanza interessante, il rostro contrassegnato Egadi 13 che riporta una iscrizione punica sulla sua guaina superiore e lo rende il secondo tipo di rostro da guerra di origine cartaginese recuperato dalla zona. Il rostro contrassegnato Egadi 12, invece, presenta una sua peculiare artigianalità con motivi ornamentali tra i quali uno a manico con spada che si collega alla lama centrale del montante. Questa decorazione è accompagnata da appendici a testa di volatile che abbelliscono i segmenti delle lame superiori e inferiori.
Oltre ai rostri, gli archeologi subacquei hanno rinvenuto anche una decina di elmi da guerra del tipo Montefortino, usato dalle legioni romane. Uno di questi esemplari presenta un motivo incredibile con una decorazione, sulla punta dell’elmo, in cui un leone sembra che ne tiri la calotta.
E’ noto che la celebra Guardia Pretoriana, tra il I e il II secolo d.C., indossasse elmi di tipo Montefrotino con rappresentazioni di leoni distesi in cima: fino a oggi, non sono pervenute indicazioni archeologiche sull’uso di questo elmo con decorazione leonina durante il periodo repubblicano corrispondente al periodo della prima guerra punica.
I ricercatori di Egadi Project 2017 hanno ipotizzato che questo particolare rilievo del leone/pelle di leone possa essere stato ispirato da un culto di Herakle proveniente da una delle città alleate di Roma: in questi casi, l’eroe mitico è stato spesso ritratto con indosso una pelle di leone.
Un’altra spiegazione riguarda la possibilità che la pelle del leone sia stata percepita come un’insegna che abbia indicato un rango di autorità all’interno della struttura di comando dell’esercito romano.
Sebastiano Tusa, della Soprintendenza del Mare, afferma che il rinvenimento è un risultato eccezionale da una prospettiva scientifica perché aggiunge ulteriori tasselli storici con caratteristiche nuove, fornendo nuovi dati tipologici, tecnici, epigrafici e storici.
Secondo Tusa queste ultime scoperte, aggiunte a quelle fatte in passato in questo tratto di mare tra Levanzo e Marettimo, hanno permesso di individuare con precisione il sito in cui una delle più grandi battaglie navali dell’antichità sia stata combattuta con circa 200.000 uomini, tra i Romani, comandati dal console Gaio Lutatio Catulo, e i Cartaginesi, sotto il comando di Annone, e che si è conclusa con la vittoria dell’abile comandate romano.
A oggi, la ricerca archeologica di Egadi Project 2017 ha prodotto il rinvenimento di tredici rostra in bronzo di antiche navi da guerra, diciotto elmi in bronzo, centinaia di anfore e numerosi oggetti di uso quotidiano.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: archaeologynewsnetwork.blogspot.it; GUE Project
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