RINVENUTI MANUFATTI CON ISCRIZIONI RUNICHE, OSLO
Recentemente sono state portate alla luce due iscrizioni contenenti caratteri runici durante gli scavi nel centro storico di Oslo: una delle iscrizioni è incisa su osso e risulta essere il primo osso inscritto con rune trovato a Oslo in più di quarant’anni; la seconda è incisa su legno e contiene un testo religioso sia in norreno antico che in latino. Il ritrovamento è parte di una serie di reperti tra cui un coltello decorato raffigurante quella che è considerata la prima rappresentazione visiva della falconeria conosciuta in Scandinavia.
Interpretare le iscrizioni runiche non è sempre un compito semplice, spesso per la loro incompletezza ma anche perché un particolare testo potrebbe restare per la maggior parte sconosciuto.
Kristel Zilmer, docente di cultura scritta (runologia) e iconografia all’Università di Oslo, ha esaminato entrambe le iscrizioni e ha prodotto la sua prima interpretazione.
Il manufatto in osso presenta tredici rune su un lato e una singola runa sull’altro. L’iscrizione principale riporta il termine basmarþærbæin che può riferirsi al nome di una persona che possedeva (o usava) il manufatto o può descrivere il tipo di osso. Le ultime quattro rune bæin (antico norvegese bein, che significa “osso”) si riferiscono all’osso stesso. La comprensione dell’intero testo dipende da come è interpretata la prima parte dell’iscrizione. basmarþær‘ può contenere la forma genitiva Marðar che può essere spiegata come il nome personale scandinavo Mår/Mård. A questo si è aggiunto l’elemento del nome bas che come primo elemento nei nomi è insolito. Tuttavia, qualcosa di simile può essere trovato in un’iscrizione lapidea di Skålvoll dove è presente Báts, genitivo del soprannome Bátr, cioè barca. Se questo è il caso, allora il testo può significare ‘”osso della barca di Mård”.
Non sempre il motivo per scrivere su un osso era necessariamente quello di mostrare la proprietà di qualcosa ma, forse, è plausibile che Mård abbia ludicamente trasformato un banale osso di avanzo in una tavoletta incisa. L’altra possibile interpretazione è la composizione del vocabolo un po’ particolare bás-marðarbein che significa “osso di capra”.
Il termine Mǫrðr ricorre in antico norreno come una peculiare etichetta poetica per indicare un ariete. L’osso, che non è un osso di ovino ma di equino o bovino avrebbe avuto uno scopo forviante, quasi un gioco.
Il secondo reperto è un pezzo di legno piatto con iscrizione su tre lati. L’oggetto è leggermente danneggiato, ma è possibile vedere che il testo combina testi religiosi sia in latino che in antico norreno.
Da un lato notiamo due parole latine: manus e Domine o Domini. Manus significa “mano” e Dominus “signore, Dio”. Questo fa parte di una nota formula di preghiera latina: In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum ossia “Nelle tue mani, o Signore, consegno il mio spirito”, nota come l’ultima frase peonunciata da Cristo sulla croce.
Il testo in antico norreno sul secondo lato include il nome Bryngærðr. Sul terzo lato (stretto) otto piccole rune possono avere senso sia come affermazione in latino che come continuazione del testo in antico norreno. In quest’ultimo caso, potrebbero significare la frase “è vero”.
Una possibile interpretazione è che l’iscrizione contenga una breve preghiera che narri una preghiera al lettore di Bryngærðr che si è affidato alle mani di Dio.
I ricercatori ritengono che frasi simili si trovino in alcune iscrizioni runiche di carattere ecclesiastiche della Norvegia e di Gotland. L’esempio più interessante proviene dalla chiesa di Urnes, in Norvegia, dove l’iscrizione runica in antico norvegese pronuncia: “Possa il santo Signore tenere la (Sua) mano sullo spirito di Brynjulfr. Possa essere vero”, riportando al testo scolpito sull’oggetto di legno.
Mark Oldham, capo del progetto dello scavo. osserva che entrambi i reperti provengono da strati di depositi antichi, probabilmente legati alla bonifica di terreni in aree soggette ad allagamento. L’osso potrebbe comunque riferirsi al primo periodo di insediamento poiché è stato trovato vicino ai depositi naturali. Ulteriori test e analisi attribuiranno una cronologia ai due manufatti.
Simili ritrovamenti con inscrizioni runiche, in Norvegia, risalgono al periodo 1100-1350: oltre alle analisi organiche, gli studi paleografici contribuiranno a determinarne la datazione: ad esempio, Zilmer ritiene che l’uso delle cosiddette rune punteggiate sul bastone di legno, così come la distinzione tra runa a e runa æ sull’osso sono caratteristiche delle rune medievali. Oggi si conoscono oltre già 85 oggetti con iscrizioni runiche attribuibile alla Oslo medievale in ricerche effettuate negli anni ’70 e ’80 del XX secolo. In confronto, nella città di Bergen sono state rinvenute quasi 700 scoperte simili.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
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