lunedì, 2 Dicembre 2024
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RISCOPERTA NECROPOLI ROMANA A LUTETIA PARISIORUM, PARIGI

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Negli antichi centri urbani, e in quelli romani in particolare, gli spazi dedicati ai morti e ai vivi erano ben distinti. Le necropoli erano situate alle periferie, lungo le vie di comunicazione e le tombe ai margini di questa, a volte come segno di ostentazione di ricchezza.

lutetia parisiorumDurante l’Alto periodo imperiale, Lutetia Parisiorum, Parigi oggi, la cui urbanizzazione meridionale si estendeva fino alla Val de Grace, aveva diverse necropoli. La più importante, nota come “Necropoli meridionale”,  detta anche Necropoli di Saint-Jacques o anche Necropoli di rue Pierre-Nicole, per il gran numero di sepolture scoperte nella parte meridionale di questa strada, si sviluppava a sud di la città, al termine del cardo maximus, l’attuale rue Saint-Jacques.

Lo scavo attualmente in corso, realizzato grazie a pratiche di archeologia preventiva, dall’INRAP, consente di studiarne una piccola parte che è sfuggita a numerosi lavori stradali, tra cui la costruzione della RER B negli anni 70. Questo isolotto archeologico, tuttora conservato, testimonia così un’estensione verso ovest dei presunti limiti della necropoli. il cui scavo porta nuovi dati grazie ai diversi approcci dell’archeologia e dell’antropologia moderna.

La maggior parte della nostra conoscenza di questa necropoli di Lutetia Parisiorum deriva dalle osservazioni effettuate nel XIX secolo durante importanti lavori di urbanizzazione a Parigi, grazie ai dati di scavo di una piccola parte delle tombe a inumazione e a incinerazione che la componevano. Lo studio dei reperti archeologici poi rinvenuti indica un uso regolare dello spazio funerario dall’inizio del I secolo d.C. al III secolo d.C., per cominciare ad essere abbandonato nel IV secolo. Queste osservazioni hanno portato anche a supporre che la necropoli si estendesse dal sito dell’Abbazia di Port-Royal, al boulevard Saint-Michel e che all’altezza della città romana occupasse uno spazio considerevole di quasi due ettari.

Lo scavo ha portato alla luce 50 tombe a inumazione, globalmente datate al II secolo d.C. La loro densità è piuttosto elevata e sono state osservate molte sovrapposizioni. Come si osserva comunemente, nessuna organizzazione o orientamento sembra preponderante e lo scavo delle fosse sepolcrali, a volte di grandissime dimensioni, sia in lunghezza che in profondità, è altrettanto angusto e livellato.

Nessuna incinerazione è stato rilevata in questo settore, sebbene sia un periodo dell’antichità in cui i due metodi di inumazione possano coesistere. I corpi sono tutti deposti in una cassa lignea, un contenitore deperibile di cui a volte sono ancora visibili tracce di assi sulle pareti di argilla e ancora presenti i chiodi. Gli individui qui sepolti sono maschi e femmine adulti ma anche soggetti immaturi, come ci si potrebbe aspettare in una grande necropoli.

Poco meno della metà delle sepolture è accompagnata da corredi funerari di varia natura e tipologia. Sono stati rinvenuti contenitori ceramici vari (tazze, bicchieri, brocche, piatti) o di vetro (balsamari, lacrimatoi, unguentari, bicchieri). Raramente una moneta viene posta nella bocca del defunto o nella sua bara a simbolo del famoso obolo del traghettatore degli inferi, Caronte, per accedere nell’aldilà.

Sono state individuate anche diverse tracce di calzature dovute alla presenza dei classici numerosi piccoli chiodi che fermavano la suola: o in posizione di calzata ai piedi dell’individuo, oppure poste sul fianco del soggetto. Sono stati portati alla luce anche alcuni oggetti legati all’abbigliamento (fibule, gioielli, spille, cinture). Da notare la presenza di una singolare e notevole fossa contenente lo scheletro di un maiale intero…

Questo scavo consentirà, grazie allo studio delle varie modalità di sepoltura, della popolazione presente nonché dei relativi arredi, di affinare la datazione e la durata d’uso di questa necropoli. La sua organizzazione potrebbe e la sua analisi fornirà preziose informazioni sugli stili di vita di Lutetia Parisiorum e dei suoi abitanti.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: INRAP

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