SARAI, LA CAPITALE DELL’ORDA D’ORO DISTRUTTA DAL TEMPO E DAL… RIUSO…
Quando Geoffrey Chaucer scrisse I racconti di Canterbury alla fine del XIV secolo, ambientò una delle sue storie in un luogo particolare, “Sarai, nella terra dei Tartari”. A quel tempo, Sarai era ampiamente conosciuta come la capitale della potente Orda d’Oro.
Uno stato indipendente all’interno dell’Impero Mongolo, l’Orda d’Oro fu inizialmente guidata dalla Dinastia islamica Jochid, discendenti del figlio maggiore di Gengis Khan, Jochi. Dal 1240 fino al 1502, gli Jochidi e i loro successori dominarono la steppa eurasiatica occidentale, così come gran parte della Russia e dell’Asia centrale. Si dice che il figlio di Jochi, Batu, abbia fondato Sarai come residenza stagionale vicino alle rive del fiume Volga inferiore intorno al 1250.
Situata al centro di importanti rotte commerciali a lunga distanza, Sarai col tempo si trasformò dal sito del palazzo del khan in una vasta città di circa 75.000 abitanti, secondo il viaggiatore arabo del XIV secolo Ibn Battuta.
Secondo la storica Marie Favereau dell’Università di Parigi Nanterre, le descrizioni di Sarai narrano che si potrebbe camminare per chilometri e non raggiungere la periferia della città in un giorno e, anche ammettendo un’esagerazione, si può immaginare che il sito fosse abbastanza esteso.
La Favereau ritiene che il khan e il suo seguito visitassero la città ogni anno, mentre artigiani, diplomatici, studiosi islamici e chierici cristiani rimanevano in residenza permanente. Si pensa che una seconda capitale, Nuova Sarai, sia stata fondata più a monte, nel 1330, quando l’Orda d’Oro era al suo apice. Il dominio jochide si fratturò alla fine del XIV secolo e successivamente i khan mongoli cedettero il posto al controllo russo verso la metà del XVI secolo. I residenti della Valle del Volga iniziarono quindi una vasta operazione di riuso deii mattoni di fango delle città dell’era dell’Orda d’Oro, cancellando letteralmente dal paesaggio la città.
Dopo decenni di dibattiti, molti archeologi russi ritengono che l’antica Sarai sorgesse su una scogliera sul bordo del fiume Akhtuba, un affluente del Volga, nel sito di Selitrennoe. Collocarono Nuova Sarai a circa 80 miglia a nord, nel sito di Tsarevskoe.
Nelle ricerche degli ultimi anni, alcuni studiosi hanno proposto che Tsarevskoe fosse una zecca di monete jochide e che Selitrennoe fosse il sito sia della Vecchia che della Nuova Sarai. Altri ancora credono che l’Antica Sarai fosse situata più a sud sul Volga e fu spostata a Selitrennoe solo dopo le minacce dall’innalzamento delle acque del Mar Caspio.
La Favereau osserva che, però, esistono quasi 100 insediamenti di epoca mongola lungo il Basso Volga ed è estremamente complicato ma non impossibile per gli archeologi e gli storici dare nomi a siti specifici.
A complicare la questione è che le descrizioni di Sarai furono realizzate da estranei alla steppa, non dagli stessi mongoli, per i quali Sarai non fu mai un centro amministrativo nel senso tradizionale. La Favereau precisa che la capitale era ovunque si trovasse il khan, che governava dal cavallo…
A poche miglia da Selitrennoe, un imponente set costruito per il film russo del 2012, L’Orda, la città di Sarai moderna è ora un parco storico statale. I suoi imponenti edifici sono monotòni di marrone, ma la Favereau precisa che le mattonelle ceramiche decorative di epoca mongola trovate nella regione e l’architettura mongola sopravvissuta in altre parti dell’impero suggeriscono che Sarai, in tutte le sue possibili incarnazioni, sarebbe stata piena di colore.
Daniele Mancini
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