SCOPERTA VILLA ROMANA TARDO ANTICA A TOLEMAIDE, LIBIA
Nel 2009 ho avuto l’immensa fortuna di essere coinvolto in alcune missioni topografico-archeologiche in Libia. Alcune settimane le ho trascorse a Tolemaide, sulla costa cirenaica libica, già sede di un’importante delegazione italiana durante il periodo del colonialismo. Dal 2001, a Tolemaide, lavora una missione archeologica dell’Università di Varsavia, guidata da Jerzy Zelazowski.
Gli archeologi della missione hanno ultimamente portato alla luce numerose statue, elaborati mosaici e altri tesori da una villa romana di III sec. d.C.; oltre a questi manufatti, anche un tesoretto di ben 553 monete tra argento e bronzo, tutte provenienti da un vasto edificio di circa 600 metri quadrati di superficie. La maggior parte delle monete sono state trovate all’interno di una stanza di una sorta di laboratorio che produceva lucerne di terracotta (il Nord Africa era uno dei grandi fornitori di manufatti ceramici nel periodo imperiale e post imperiale dell’intero bacino del Mediterraneo, soprattutto di Roma, ndr).
L’antica Tolemaide è stata fondata tra il VII e il VI sec. a.C. da coloni greci dell’antica Barce, sempre in Libia, ed è stata ribattezzata con questo nome durante la dominazione tolemaica sull’Egitto, con Alessandria capitale. Durante il regno di Cleopatra, i Romani hanno occupato anche Tolemaide e nel 96 a.C. l’intera provincia della Cirenaica è stata pacificamente consegnata ai Romani. Roma, però, ha mostrato sempre poco interesse per la loro nuova provincia che si è trasformata in un nido di predoni e pirati. Nel I secolo a.C., dopo le guerre civili, i Romani hanno fatto uno sforzo per ristabilire l’ordine in Cirenaica ed estendere la “romanitas” in tutta la zona, sedando tutti i piccoli conflitti tra le varie tribù e gruppi religiosi.
La villa con i mosaici recuperati è stata edificata qualche secolo più tardi intorno a un cortile, il classico peristilio romano. Il mosaico più scenografico raffigura Dioniso e Arianna dormienti; Arianna, figlia di Minosse, dopo aver aiutato Tèseo contro il Minotauro, dopo essersi disperata per la sua partenza, sarebbe diventata la moglie della divinità.
In altro mosaico vi è, invece, raffigura un momento del ciclo di Achille, la raccolta di poemi epici sulle avventure dell’eroe greco. Nella rappresentazione musiva Achille è rappresentato sull’isola di Skyros dove sua madre Teti, temendo che avrebbe incontrato la sua morte e la sua gloria a Troia, lo vestì come una ragazza per evitare Ulisse e i suoi reclutatori militari.
Altri due mosaici della villa, uno nel cortile e uno nella sala da pranzo, riportano il nome “Leukaktios“. Il nome sembra sia stato sovrapposto sulla pietra della muratura in un secondo momento, forse a causa di un cambio di proprietà nel corso della sua vita. Le pareti della villa, inoltre, sono decorate da affreschi colorati con disegni geometrici che imitano il rivestimento in marmo. Sono raffigurate anche diverse figure rappresentanti principalmente varie specie di uccelli.
La fine di questa elegante casa, dopo anni di occupazione, è probabilmente da attribuire a eventi catastrofici come i terremoti che hanno afflitto la regione. Due in particolare, a metà del III secolo d.C. e nel 365 d.C., colpiscono violentemente e condannano la casa alla distruzione: il tesoro di monete d’argento e di bronzo è stato trovato all’interno degli strati di distruzione della casa.
La città di Tolemaide, invece, è sopravvissuta ancora per qualche periodo: capitale della Cirenaica fino al 428 d.C., è stata distrutta dai Vandali che invasero il Nord Africa. Ricostruita di Giustiniano I, l’imperatore bizantino dal 527 al 565, nel VII secolo d.C. le forze arabe rasero nuovamente al suolo la città decretandone la definitiva fine.
Daniele Mancini
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