SCOPERTE TAVOLETTE DI CUNEIFORME NEL KURDISTAN IRAQENO
Gli archeologi dell’Università di Tubingen, guidati dal professor Peter Pfalzner, hanno fatto dei ritrovamenti sensazionali nella regione del Kurdistan dell’Iraq settentrionale.
I ricercatori dell’Institute for Ancient Near Eastern Studies hanno rinvenuto un archivio di ben 93 tavolette di argilla iscritte in cuneiforme risalenti al 1250 a.C., il periodo del Medio Impero assiro. Il compito degli studiosi, ora, sarà quello di decifrare il testo delle tavolette che potrebbero gettare una nuova luce sulla storia della zona.
Le tavolette sono state trovate nel sito dell’insediamento dell’Età del Bronzo di Bassetki, scoperto nel 2013 dagli archeologi del Collaborative Research Center 1070/ResourceCultures. Gli archeologi di Tubingen hanno continuato il loro lavoro anche in settembre e ottobre di quest’anno, nonostante le turbolenze causate dal referendum sull’indipendenza curda.
Negli ultimi mesi, i ricercatori hanno scavato, inoltre, strati di insediamenti databili dall’Età del Bronzo, Medio e Tardo, fino al successivo periodo assiro.
Secondo Pfalzner le scoperte effettuate dimostrano che questo insediamento sorto nella zona settentrionale della Mesopotamia, ha avuto una durevole continuità dal 3000 a.C. circa fino al 600 a.C. e, aggiunge Pfalzner, Bassetki è stata di fondamentale importanza sugli importanti itinerari commerciali che attraversavano la zona.
Gli archeologi hanno rinvenuto anche due tavolette in cuneiforme del poco conosciuto Regno di Mitanni ( tra il 1550 e il 1300 a.C.): il rinvenimento attesta un intenso commercio condotto dagli abitanti della città con i Mitanni intorno alla metà del secondo millennio, fiorito grazie alla favorevole posizione di Bassetki lungo i percorsi commerciali da Mesopotamia a Anatolia e Siria.La città ha avuto un altro importante momento storico e commerciale durante il successivo Impero Medio assiro.
I ricercatori di Tubingen, che lavorano con Hasan Qasim del Dohuk Antiquities Directorate, hanno scoperto l’archivio delle 93 tavolette di argilla proprio di quel periodo, intorno al 1250 a.C.
Sessanta delle preziose registrazioni sono state depositate in un vaso di ceramica, presumibilmente utilizzato per l’archiviazione delle tavolette di argilla.
Il vaso è stato rinvenuto in un ambiente di un edificio medio assiro precedentemente distrutto; insieme ad altri due contenitori in argilla, il “nostro” vaso di archivio è rimasto sepolto perché nascosto prima che l’edificio fosse distrutto. Presumibilmente le informazioni contenute nelle tavolette avrebbero dovuto essere conservate e protette.
Come indicato, non è ancora noto se le tavolette possano contenere documenti commerciali, legali o religiosi. Un piccolo frammento decifrato dal filologo Betina Faist cita un tempio dedicato alla dea Gula, suggerendo che possano riguardare un contesto religioso.
Restiamo in attesa della definitiva traduzione…
In via preliminare, direttamente presso i laboratori temporanei presenti nel sito, i ricercatori hanno realizzato delle immagini delle tavolette di argilla basate su un metodo fotografico RTI (Reflectance Transformation Imaging) che consente un’applicazione di metodi fotografici per caratterizzare la superficie. Tali informazioni sono tradotte in un’immagine composita digitale che descrive, per ogni pixel, la cromia e la morfologia superficiale del soggetto indagato.
L’intensa attività di lettura e traduzione delle 93 tavolette in caratteri cuneiformi inizierà in Germania: molti manufatti sono danneggiati per cui la lettura sarà una grande sfida e richiederà una notevole quantità di tempo. Peter Pfalzner spera che i testi porteranno un’ampia varietà di dettagli sulla storia, la società e la cultura di questa piccola area ricercata della Mesopotamia settentrionale nel secondo millennio a.C.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
per ulteriori info: University of Tübingen