giovedì, 21 Novembre 2024
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SCOPERTI ALTRI ROTOLI DEL MAR MORTO

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Un progetto di collaborazione tra Hebrew University of Jerusalem’s Institute of Archaeology e la Liberty University (Virginia, USA) di Gerusalemme ha portato ad una pietra miliare nella ricerca dei Rotoli del Mar Morto. Archeologi e ricercatori delle università hanno scavato con successo una nuova grotta per la prima volta in 60 anni, ufficiosamente denominata Cave 12 o Q12, dove Q sta per Qumran. La grotta avrebbe potuto contenere diversi dei cosiddetti Rotoli del Mar Morto: la presenza di numerosi vasi e coperchi nascosti lungo le nicchie a parete, purtroppo vuoti, indurrebbe a questa considerazione, ma tutti i testi sono stati saccheggiati, probabilmente dai beduini nel 1950.

Il ritrovamento è simile a quello di Cave 8 che è stata scoperta con vasi senza rotoli. Storicamente Khirbet Qumran era un insediamento ebraico del periodo ellenistico nel deserto della Giudea orientale, sul Mar Morto. Per quel che concerne il valore dei rotoli rinvenuti, si ritiene che i testi includano il secondo manoscritto più antico giunto fino a oggi e che sono state successivamente incorporate nel canone della Bibbia ebraica.

Oren Gutfeld, archeologo presso la Hebrew University’s Institute of Archaeology e direttore dello scavo, afferma: “Questo entusiasmante scavo è il più vicino tra quelli in cui siamo arrivati ​​a scoprire nuovi rotoli del Mar Morto da 60 anni a questa parte. Fino a oggi, è stato accettato che i Rotoli del Mar Morto sono stati trovati solo in 11 grotte di Qumran, ma ora non c’è dubbio che questa sia la dodicesima grotta. Anche se alla fine della giornata non è stato trovato alcun rotolo ma ‘solo’ un pezzo di pergamena arrotolata in una piccola anfora che era in fase di elaborazione per la scrittura, i risultati indicano, al di là di ogni dubbio, che la grotta conteneva rotoli che sono stati rubati. I rinvenimenti includono i vasi in cui sono stati nascosti i rotoli e le loro coperture, un cinturino in pelle per legare la pergamena, un panno che avvolgeva i rotoli, i tendini e stringhe di pelle per legare i rotoli e altro ancora”.

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto una serie di altri reperti, come frammenti di ceramica, lame di selce e punte di freccia, un frammento di pietra preziosa, suggerendo l’utilizzo della grotta anche durante il Calcolitico ed i periodi del Neolitico. Secondo gli archeologi, la scoperta della dodicesima grotta è solo l’inizio del loro campo di applicazione della ricerca: sono ancora indietro per analizzare il collegamento storico tra le grotte e le pergamene, insieme alla possibilità di scoprire nuovo materiale.

Israel Hasson, direttore generale della Israel Antiquities Authority, ha dichiarato: “La sensazionale scoperta di un’altra grotta attesta il fatto che molto lavoro resta ancora da fare nel deserto della Giudea e reperti di grande importanza sono ancora in attesa di essere scoperti. Siamo in una corsa contro il tempo, ladri di antichità e tombaroli rubano beni del patrimonio in tutto il mondo a scopo di lucro. Lo Stato di Israele ha bisogno di mobilitare e stanziare le risorse necessarie al fine di lanciare un’operazione storica per effettuare uno scavo sistematico di tutte le grotte del deserto della Giudea”.

Il progetto di scavo è stato sostenuto dalla Civil Administration of Judea and Samaria, dalla Israel Nature and Parks Authority e dalla Israel Antiquities Authority (IAA)  ed è una parte della nuova “Operation Scroll” lanciata al Salone di Francoforte.

 

Tradotto e riadattato da Daniele Mancini

Per ulteriori approfondiemtni: Hebrew University of Jerusalem’s Institute of Archaeology

Immagini Casey L. Olson e Oren Gutfeld

 

 

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