sabato, 23 Novembre 2024
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STUDIO SUL CONTROLLO DEGLI INCENDI AGRICOLI DURANTE IL MESOLITICO DELLA PENISOLA IBERICA

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Le comunità umane di cacciatori-raccoglitori avrebbero effettuato il controllo dei fuochi già durante il Mesolitico, 11.000 anni fa, per aprire radure e aree di pascolo per gli animali selvatici e quindi migliorare la produttività. Fino ad oggi si pensava che questa pratica fosse iniziata solo nel Neolitico, circa 9.000 anni fa, e che si fosse diffusa solo nell’Età del Ferro, circa 3.000 anni fa.

Uno studio condotto dall’Università di Barcellona e pubblicato sulla rivista  Catena Science Direct  mostra che gli esseri umani hanno iniziato a trasformare il paesaggio attraverso l’uso del fuoco prima di quanto si pensasse.

Lo studio, condotto dal ricercatore del Dipartimento di Geografia dell’UB, Carlos Sánchez-García, è stato realizzato su campioni provenienti dalla Laguna de Villena (Alicante). Per studiare gli incendi produttivi di 11.000 anni fa, i ricercatori hanno effettuato uno studio geochimico dei carboni sedimentari nel suolo e hanno analizzato i resti di polline di quel periodo. Inoltre, hanno aggiunto informazioni provenienti dai reperti archeologici del periodo. Questo lavoro multidisciplinare ha permesso di concludere che si trattava di incendi intenzionali, la maggior parte dei quali non coincidevano con periodi di siccità, ma con periodi di massima attività umana.

Circa 11.000 anni fa gli incendi nella Laguna di Villena erano frequenti e la disponibilità di combustibile fu elevata a causa dell’espansione dei boschi di querce e lecci in un periodo di clima temperato e umido. Questo clima avrebbe favorito l’insediamento di cacciatori-raccoglitori in questa regione, poiché l’ambiente lagunare offriva un ricco ecosistema per le loro attività di sussistenza. In questo contesto, il paesaggio vegetale è stato modificato dal pesante uso del fuoco da parte di queste comunità della Cultura mesolitica.

Lo studio mostra come la combinazione tra la trasformazione del paesaggio da parte delle popolazioni mesolitiche e la progressiva inaridimento dopo un episodio climatico di raffreddamento avvenuto 8.200 anni fa ruppe l’equilibrio dell’ecosistema e segnò una svolta nella dinamica della vegetazione. I boschi di querce e lecci non recuperarono mai il loro ruolo dominante nel paesaggio, e si andò formando un nuovo equilibrio, con la predominanza delle pinete e di una vegetazione più adatta ad un clima arido.

Jordi Revelles, ricercatore presso l’Istituto Catalano di Paleoecologia Umana ed Evoluzione Sociale (IPHES), ritiene che, nonostante la frequente considerazione di una minore capacità delle comunità di cacciatori-raccoglitori nella trasformazione del paesaggio, questo lavoro evidenzi il ruolo attivo dei gruppi umani  del sud-est della penisola iberica nel Mesolitico nel regimentare incendi per favorire gli spazi aperti nelle foreste.

Dopo il Mesolitico, dal Neolitico in poi, la ridotta disponibilità di combustibile vegetale dovuta all’aridità e all’agricoltura e all’allevamento ha comportato una minore intensità degli incendi. Una delle conclusioni dello studio è che le pratiche di gestione degli incendi basate su attività tradizionali (agricoltura, allevamento, deforestazione) possono aiutare a fermare la crescita incontrollata delle foreste e quindi a mitigare la gravità degli incendi, come è successo 8.000 anni fa.

Lo studio fornisce ulteriori dati per ricostruire tutta una serie di cambiamenti ambientali durante l’Olocene inferiore e la transizione dell’Olocene iniziale-medio (da 9.000 a 5.500 anni fa). Secondo Sánchez-García, i sedimenti indicano che tra 9.000 e 8.700 anni fa una fase arida interruppe un clima ottimale; successivamente, fino a 8.300 anni fa, a Villena si registrò un periodo umido, con predominanza di una mineralogia più tipica delle zone lacustri. Il passaggio all’Olocene Medio, segnato da un brusco episodio climatico di raffreddamento, 8.200 anni fa, causò notevoli cambiamenti vegetali e ambientali. L’aridità raggiunse il suo apice circa 6.000 anni fa, in coincidenza con un aumento degli elementi detritici e dei precursori dell’erosione.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Barcellona

Agricoltura

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