martedì, 15 Aprile 2025
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STUDIO SULLE DISUGUAGLIANZE SOCIALE NELLE CIVILTA’ DEL MONDO

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Le disuguaglianze sociali non sono una novità, ma la storia mostra come sia tutt’altro che inevitabile. Questa è la conclusione di un nuovo studio su oltre 1.000 insediamenti in tutto il mondo vissuti negli ultimi 10.000 anni. Gli archeologi hanno scoperto che, sebbene le disuguaglianze sociali tendessero a crescere con la popolazione, ma questa tendenza non è garantita.

Per giungere a questa conclusione, gli archeologi che hanno condotto la ricerca hanno utilizzato un parametro sorprendentemente semplice: le dimensioni delle abitazioni. I risultati, ottenuti nell’ambito del progetto The Global Dynamics of Inequality (GINI) , sono stati pubblicati sulla rivista PNAS.

Secondo Gary Feinman, docente di archeologia e curatore di antropologia mesoamericana, centroamericana e dell’Asia orientale presso il Field Museum di Chicago, per quanto riguarda la disuguaglianza economica, il vecchio detto secondo cui la storia tende a essere scritta dai vincitori, dai ricchi e dai potenti, è probabilmente applicabile anche in questo caso: se si sostiene che la disuguaglianza sia naturale o inevitabile, allora qualsiasi sforzo per mitigarla o controllarla verrebbe probabilmente scoraggiato.

Dalle sontuose tombe dei faraoni egizi ai tesori dimenticati e persino ai sacrifici di bambini , le tracce della disuguaglianza sociale si trovano ovunque nel corso della storia. Eppure, nonostante sia un obiettivo chiave dell’archeologia, quantificare l’evoluzione della disuguaglianza umana e i fattori che ne hanno determinato l’aumento è tanto difficile quanto controverso.

La bibliografia convenzionale sostiene che le disuguaglianze siano insite nelle nostre società fin da quando gli esseri umani hanno iniziato a dedicarsi all’agricoltura, consentendo alle élite più ricche di accumulare le eccedenze prodotte dai lavoratori agricoli. Tuttavia, altre ricerche hanno suggerito che questa spiegazione sia probabilmente fuorviante e semplicistica.

Per tracciare l’aumento delle differenze di ricchezza tra le classi sociali, gli archeologi hanno iniziato a sviluppare misure quantitative delle strutture sociali in diversi siti, in modo da poter confrontare i dati tra diverse aree geografiche e diverse epoche.

Una misura comune utilizzata nelle società moderne è il coefficiente di Gini, un numero compreso tra 0 e 1, dove 0 rappresenta la perfetta uguaglianza (tutti possiedono la stessa ricchezza) e 1 la perfetta disuguaglianza (un solo individuo possiede tutto). A titolo di riferimento, gli Stati Uniti hanno un coefficiente di Gini di circa 0,41 e la Norvegia di 0,27, secondo la Banca Mondiale.

I ricercatori dello studio hanno analizzato 50.000 case in 1.000 insediamenti in Mesoamerica, Nord America, Europa e Asia, costruite tra la fine del Pleistocene (circa 12.000 anni fa) e il XV secolo.

Utilizzando la variabilità delle dimensioni delle case in questi insediamenti come approssimazione della ricchezza, gli archeologi hanno calcolato un coefficiente di Gini per ciascun sito. Hanno poi eseguito analisi statistiche che hanno confrontato i punteggi di Gini con la complessità politica di ciascuna società.

Confrontando le tendenze dei valori di Gini con quelle delle strutture governative, i ricercatori sono giunti a una conclusione semplice: le disuguaglianze storiche non si verificano allo stesso modo ovunque e non aumentano naturalmente con la crescita della popolazione e la maggiore complessità dei governi. Al contrario, le scelte delle società umane su come distribuire la ricchezza sono state fondamentali per tenere sotto controllo le disparità sociali.

Feinman sottolinea che tali meccanismi di livellamento sono molto variabili nel tempo e nello spazio, sottolineando tuttavia che tendevano a utilizzare sistemi di tassazione e leggi che ridistribuivano o impedivano un’elevata concentrazione della ricchezza. Ad esempio, nell’antica Atene, ci si aspettava che i ricchi finanziassero opere pubbliche e determinate festività e in molte società, la ricchezza dei defunti venisse ridistribuita o i debiti di coloro che erano morti venissero cancellati.

Feinman ha affermato di non essere sorpreso da questa variabilità regionale e temporale, ma di essere soddisfatto di aver documentato empiricamente le tendenze in un gran numero di siti e confida che le affermazioni ideologiche secondo cui la disuguaglianza è inevitabile o naturale, siano idee che non si ripresentino dopo questo studio collettivo.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

STUDIO SULLA RESILIENZA SOCIALE

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