lunedì, 2 Dicembre 2024
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TOMBA A CAMERA MICENEA SCOPERTA AL CENTRO DI SALAMINA

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Qualche tempo fa ho scritto di come siano stati identificati i resti dell’antico porto militare di Salamina e di come l’isola abbia giocato il suo ruolo cruciale in una delle più grandi battaglie navali dell’antichità, quella contro contro i Persiani.

Ebbene, un’altra scoperta significativa è stata fatta nell’isola di Salamina e l’ambito archeologico dello scavo realizzato rimanda a un periodo ancora precedente, all’Età del Bronzo dominata dal fiero popolo dei Micenei: i ricercatori della Western Attica, Piraeus and Islands Antiquities Ephorate (Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport) hanno identificato un intera tomba a camera micenea con i relativi corredi funerari risalente al XIII-XII sec. a.C.

È interessante notare come la scoperta sia stata effettuata casualmente durante la realizzazione di opere infrastrutturali condotte nella zona, per collegare un’unità abitativa con il sistema fognario centrale. La presenza di tombe non è così sorprendente in quella zona, dal momento che altre due sepolture con ben 41 vasi di ceramica ben conservati erano già stati scoperti durante gli scavi nel 2009. All’interno delle tombe, inoltre, una serie di elementi decorativi con iscrizioni tipici delle sepolture del periodo miceneo,  componevano il complesso architettonico ipogeo.

Con i progetti archeologici in corso e precedentemente condotti nel 1964, 1992 e 2009, si è portata alla luce una importante necropoli micenea dell’isola di Salamina.

Per quanto concerna la tomba rinvenuta di recente, la camera misura circa 2,5 x 3 metri, con un dromos (corridoio di accesso, ndr) profondo circa 1,5 metri: queste caratteristiche la rendono più piccola rispetto alle altre due tombe rinvenute all’interno della necropoli. Il piccolo complesso era destinato a ospitare cinque membri di una medesima famiglia, i cui resti sono stati rinvenuti nella camera sepolcrale: queste elemento conferma che la struttura sia stata utilizzata come un tipica tomba di gruppo del periodo. In generale queste tombe a camera, con forme approssimativamente quadrate, erano tagliate nella roccia monolitica ed erano accessibili attraverso un dedalo di stretti percorsi di collegamento.

Foto ANA-MPA

L’archeologa Ada Kattoula, della Western Attica, Piraeus and Islands Antiquities Ephorate, racconta di aver trovato condizioni di scavo estremamente difficili perché la zona è ricca di sorgenti e le tombe, essendo scavate nella roccia, sono soggette ad allagamento. Hanno avuto necessità di pompe per svuotare l’acqua, con grandi difficoltà e, grazie all’assistenza significativa di valenti tecnici, sono stati in grado di svolgere le loro indagini archeologiche.

Tuttavia, nonostante questi problemi durante lo scavo, i ricercatori hanno deciso di recuperare i resti scheletrici e ceramici per analizzarli in modo dettagliato, mentre la tomba stessa rimarrà sepolta e conservata sotto la terra. A tale proposito, secondo gli esperti, lo studio e il confronto di questi reperti porterà nuovi dati nella poco chiara identificazione della necropoli micenea di Salamina.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: amna.gr

 

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