TOP 10 DEI MONUMENTI ANTICHI PIU’ IMPONENTI – seconda parte
Nella prima parte della Top 10 vi ho mostrato le ultime posizioni della classifica dei monumenti antichi più imponenti e che mostrano la superba ingegnosità dell’uomo. Oggi, continueremo, rispettivamente, con la settima, sesta, quinta e quarta posizione del mia rispettosa e personale classifica.
Buona lettura!
#7 – Al gradino numero 7 pongo un monumento molto particolare, un monumento costruito sul sangue e sui sacrifici umani: il grande tempio di un popolo che ha venerato la morte, la Piramide di Kukulkán a Chichen Itza.
Chichen Itza, 26 km quadrati di estensione, decine di migliaia di abitanti, è stata una grande città antica della civiltà Maya che, al suo apogeo, oltre 1000 anni fa, ha dominato le pianure e gli altipiani dell’America centrale.
La civiltà Maya ci ha lasciato oltre diecimila piramidi e la Piramide di Kukulkán è la più famosa: alta oltre 24 metri, è dedicata al Dio serpente piumato Kukulkán. I Maya erano grandi scienziati, guerrieri e artisti e il tempio di Chichen Itza è uno dei monumenti che rappresenta queste caratteristiche dei Maya. Durante l’equinozio di primavera l’ombra di un serpente sembra scendere la scalinata della piramide, come se Kukulkán strisciasse sulla terra; mentre, in autunno, l’ombra del serpente sembra risalire in cielo.
I gradini sono 365, uno per ogni giorno dell’anno e i Maya li consideravano un sentiero per il cielo che solo ai sacerdoti era permesso percorrere, oltre alle vittime sacrificali. Il sacrificio avveniva con il sacerdote che alzava un coltello di ossidiana, lo conficcava nel petto della vittima estraendone il cuore, tagliandone la testa e gettando il corpo lungo la scalinata fino a farla arrivare ai piedi della piramide, dove il popolo urlava e inneggiava: se il corpo apparteneva un guerriero particolarmente coraggioso, il corpo veniva fatto a pezzi e mangiato.
Nella cultura Maya la morte non era riservata ai prigionieri nemici. I Maya abbandonarono Chichen Itza quando gli Spagnoli la conquistarono nella prima metà del XVI secolo, ma il ricordo delle loro pratiche brutali non è andato mai perduto.
#6 – Scolpito nella roccia, il monumento posto numero 6 della nostra classifica è opera dei miliardari del mondo antico: il Tempio del Tesoro a Petra è uno dei siti più spettacolari del mondo antico. Realizzato in pieno deserto giordano, al termine di uno stretto passaggio che serpeggia per più di un km tra pareti rocciose, è un miracolo dell’arte antica rimasto nascosto per secoli, scolpito direttamente nella montagna.
Il “Tesoro” è alto quasi 40 metri, scolpito interamente a mano il cui nome deriva da una leggenda riguardante l’urna posta sulla facciata del monumento che si diceva fosse piena di gioielli e i segni dei proiettili sono ciò che rimane dei tentativi di aprirla, ma in realtà non contiene nulla. Al di sotto dell’edificio, gli archeologi hanno scoperto camere contenenti ossa umane deducendo si tratti di un vero e proprio mausoleo.
Nei pressi era situata una metropoli di 30.000 abitanti, in pieno deserto, che i Nabatei, considerati da alcuni scrittori antichi il popolo più ricco del mondo, hanno abitato fin dal VI secolo a.C. La fonte di questa ricchezza erano le spezie: la città di Petra sorgeva proprio sulla Via delle Spezie e questo permetteva agli abitanti di Petra di controllare ogni singola carovana che la percorre, un vero e proprio centro commerciale dell’antichità.
Tutte le transazioni venivano tassate con immensi profitti e con i cui ricavi hanno costruito immensi monumenti di pietra: sembra che gli scalpellini iniziassero le costruzioni incidendo scale nella roccia; poi una piattaforma, dalla quale dalla quale veniva eretta un impalcatura, con il pietrisco che si accumulava formando una rampa, evitando che si lavorasse a grandi altezze.
#5 – Al quinto posto della classifica si pone l’edificio più rappresentativo dell’antica Roma, il Colosseo o Anfiteatro Flavio. In quello che è stato considerato un vero e proprio mattattoio dell’antichità, si stima che oltre un milione di animali selvatici e 500.000 persone siano state uccise nel nome dell’intrattenimento. Nell’anfiteatro principale dell’impero migliaia di persone morivano ogni anno e per i Romani la morte è sempre stato uno spettacolo popolare.
Gli imperatori sapevano benissimo che per tener buoni i sudditi bisognava nutrirli e farli divertire, Panem et circenses, e il Colosseo era un vero e proprio tempio dell’intrattenimento. Venne costruito tra il 72 e l’80 d.C., alto 50 metri, lungo più di 180, è il più grande edificio del suo genere in tutta la romanità.
Al mattino si iniziava con i combattimenti tra i gladiatori e gli animali selvatici (le Venationes); a mezzogiorno si poteva uscire per mangiare o godersi le macabre esecuzioni pubbliche, le condanne a morte contro i prigionieri di Roma; nel pomeriggio si teneva l’evento principale: gladiatore contro gladiatore, e non sempre fino alla morte!
Nel Colosseo, purtroppo, sono stati uccisi così tanti ippopotami da farli estinguere dalla valle del Nilo. Anche l’elefante nordafricano è scomparso per il medesimo motivo. Il Colosseo è stato progettato per contenere oltre 50.000 spettatori, prevedendo che ognuno di loro avesse una vista perfetta dello spettacolo nell’arena.
Inoltre, non è solo un monumento con una facciata piena di archi ma un vero e proprio capolavoro di ingegneria, in cui gli animali venivano issati con degli appositi montacarichi nell’arena e, nei primi decenni, oltre 15 milioni di litri d’acqua venivano dirottati dagli acquedotti della città affinché l’arena venisse allagata per realizzare una vera e propria battaglia navale; il giorno dopo, svuotata per montare nuovamente la pedana dell’arena e procedere ai normali giochi. Esisteva anche un sistema di climatizzazione sui generis, un tetto apribile tramite un sistema di tende controllato da corde e carrucole per proteggere il pubblico dal sole e dalla calura.
#4 -Ai piedi del podio della classifica si pone un monumento unico, la foresta di pietra dell’antico dell’Antico Egitto, il Complesso templare di Karnak (si legga qui la sua completa descrizione).
E’ stato costruito lungo un periodo di circa 1600 anni grazie all’apporto di 30 Faraoni differenti e ogni generazione ha tentato di superare la precedente costruendo qualcosa di ancora più magnifico: il risultato è uno dei capolavori assoluti dell’antichità.
Per migliaia di anni la civiltà egizia ha prosperato lungo la fertile Valle del Nilo, dominata da Faraoni capaci di costruire palazzi e monumenti in grande quantità, come quelli straordinari di Karnak, un complesso che copre oltre un milione di metri quadrati. La sua impressionante Sala ipostila è ampia oltre 5000 metri quadrati, una foresta di 134 colonne alte quanto un palazzo di 7 piani che ne fa il più grande ambiente di una struttura religiosa del mondo.
Ogni colonna è così larga che occorrono 10 uomini per poterla cingere e gli architravi, sulle colonne, pesano mediamente 70 tonnellate ciascuno. Un tempo c’era anche un tetto! Per un totale, ad oggi, di 7000 tonnellate di arenaria le colonne di Karnak non sono state erette con gru e impalcature: gli egizi usavano il sistema delle rampe di fango per posizionare strati di pietra uno dopo l’altro: sul sito hanno lavorato fino a 80000 operai “non schiavi”.
Rimosse le rampe, il tempio è stato decorato in maniera ancora più incredibile: il più ambizioso dei costruttori di Karnak è stato Ramses II che ha regnato per oltre 60 anni, nel XIII secolo a.C., periodo che gli ha permesso di costruire più monumenti rispetto a ogni altro faraone.
— CONTINUA —
Daniele Mancini