martedì, 21 Gennaio 2025
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TRACCE DI UN EDIFICIO DI CULTO DI VIII SECOLO A.C. RINVENUTE A GERUSALEMME

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Gli archeologi dell’Israel Antiquities Authority hanno portato alla luce una serie di ambienti con pareti in pietra e diversi manufatti a Gerusalemme che, secondo loro, provenivano probabilmente da un edificio utilizzato per il culto e le pratiche rituali circa 2.800 anni fa.

Secondo una dichiarazione dell’IAA , si trattrtrbbr dell’unica struttura rituale conosciuta di questo periodo a Gerusalemme e una delle poche finora rinvenute in Israele. Tra i resti di otto ambienti scavati nella roccia, gli archeologi hanno trovato un frantoio, un torchio per il vino, un altare e una grande pietra eretta, forse un pilastro sacro, indentificabile in una “massebah“, un monumento funebre.

Questi manufatti risalgono al periodo del cosiddetto Primo Tempio (1200-586 a.C.) dell’antico Israele, suggerendo che pratiche rituali e di culto si svolgessero nei pressi del sito del Primo Tempio di Salomone, che sorgeva a poche centinaia di metri di distanza sul Monte del Tempio di Gerusalemme.

Gli archeologi hanno scoperto la struttura sul pendio orientale della Città di David, un sito archeologico a Gerusalemme Est che è considerato il nucleo dell’antico insediamento della città. La parte settentrionale della struttura era già nota, essendo stata scavata nel 1909 dall’ufficiale dell’esercito britannico Montagu Parker, ma il sito è rimasto inesplorato per oltre un secolo.

Secondo Eli Shukron, l’archeologo che ha diretto gli scavi per conto dell’IAA, all’inizio degli scavi nella Città di David nel 2010, è stato individuato il sito era stato sigillato con del materiale di riempimento a partire dall’VIII secolo a.C., indicando che l’area era caduta in disuso durante quel periodo.

La ragione di questa attività potrebbe essere l’attuazione delle riforme religiose da parte dell’allora re di Giuda, Ezechia, che cercò di eliminare i luoghi rituali e di concentrare il culto religioso nel Primo Tempio, ha affermato Shukron.

Non è chiaro quali riti specifici venissero eseguiti nella struttura appena portata alla luce, ma le tracce archeologiche suggeriscono che gli ambienti fossero utilizzati per il culto e pratiche correlate, che forse prevedevano sacrifici animali, secondo un articolo scritto in collaborazione con Shukron e pubblicato sulla rivista Atiqot dell’IAA.

I ricercatori confermano che la scoperta più importante è stata fatta nell’ambiente 4, che comprende la massebah in pietra e la piattaforma costruita attorno ad essa: questo ambiente era, senza dubbio, usato per il culto, ed è probabile che anche il vicino ambiente 5 fosse usato per attività religiose e, potenzialmente, per sacrifici.

L’ambiente 5 mostra tre scanalature a forma di V scavate nel pavimento di pietra, oltre ad altre forme incise sul pavimento e sulle pareti. Le scanalature sono uniche ma ambigue perché i fedeli potrebbero averle usate per schiacciare l’uva per il vino e le noci per l’olio.

Shukron osserva che un’altra possibilità è che le scanalature a V fossero utilizzate per un telaio anche se avrebbero potuto contenere un treppiede utilizzato per pratiche rituali.

Nei pressi della struttura, gli archeologi hanno trovato una piccola grotta piena di oggetti risalenti anch’essi all’VIII secolo a.C., tra cui vasi ceramici, giare con antiche iscrizioni ebraiche, scarabei, pesi da telaio, macine e sigilli impressi.

Sebbene lo scopo della grotta rimanga poco chiaro, la sua scoperta supporta l’interpretazione del sito come un complesso cultuale e, secondo i ricercatori, questo complesso offre una profonda prova della diversità delle pratiche cultuali nella capitale del Regno di Giuda nel periodo menzionato.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: IAA Facebook

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