lunedì, 16 Settembre 2024
Scoperte&SitiArcheologici

TRACCE DI UNA CULTURA DELLE TOMBE A FOSSA INDIVIDUATE AD HATALOV, NELLA SLOVACCHIA ORIENTALE

Per leggere questo articolo occorrono 4 minuti

Un team di archeologi slovacco-polacchi ha realizzato una scoperta straordinaria nel villaggio di Hatalov (distretto di Michalovce), nella località di Rydzyna. resti scheletrici molto ben conservati sono stati scoperti durante la ricerca dei limiti dei tumuli di una necropoli maggiore. Secondo gli archeologi, il giovane individuo maschio, di età compresa tra 16 e 18 anni, era un membro di una antica popolazione indoeuropea ascrivibile alla Cultura delle Tombe a fossa databile tra il 3300 al 2600 a.C., simile alla Cultura di Yamnaya proveniente dalle steppe orientali.

Immagine creata da Joshua Jonathan

La ricerca a Hatalov ha portato, dunque,  la prima traccia della presenza di individui organizzati nell’Europa orientale.

I ricercatori dell’Istituto di archeologia dello Slovak Academy of Sciences SAS, in collaborazione con i colleghi dell’Accademia polacca delle Scienze, stanno studiando dal 2021 le influenze della steppa nella regione dei Carpazi nel III millennio a.C. Si sono concentrati su diversi terrapieni e tumuli, caratteristici nel paesaggio, della pianura slovacca orientale e ne hanno esaminati finora cinque.

La ricerca archeologica del tumulo vicino a Hatalov è iniziata nel 2024. I lavori di scavo sono stati preceduti da un’indagine geofisica non distruttiva, che ha confermato la sua origine antropica e ne ha specificato i parametri.

Secondo Eva Horváthová dell’Istituto di archeologia SAS, il tumulo aveva originariamente un diametro di 22 metri, era delimitato da un fossato largo fino a 4 metri e al centro c’era la fossa tombale. Oltre ai resti scheletrici scoperti, hanno individuato i resti di una struttura di legno carbonizzata attorno alla tomba e in parte nel suo riempimento, il cui scopo era quello di coprire la tomba stessa.

Nel datare il ritrovamento, gli esperti hanno concordato congiuntamente che si trattasse di un rappresentante dell’élite sociale della cosiddetta Cultura della Tomba a fossa, dati confermati non solo dall’estensione del terrapieno del tumulo, ma anche dalla costruzione della fossa funeraria con elementi in legno, dal metodo di deposizione del defunto in posizione supina con le gambe piegate all’altezza delle ginocchia rivolte verso l’alto e dalla presenza di colorante rosso ocra vicino al corpo sepolto.

Il territorio originario di questa popolazione era situato tra i fiumi Don e Volga che, successivamente, si spostò dalla regione steppica della costa del Mar Nero lungo i fiumi Danubio e Tibisco, fino al bacino pannonico. Queste popolazioni praticavano uno stile di vita nomade sotto la guida di gruppi socialmente elevati. L’economia della Cultura delle Tombe a fossa era basata sull’allevamento di animali, sulla pesca e sulla raccolta. Utilizzavano carri con ruote per il trasporto.

La Horváthová  osserva che gli studi sui campioni di DNA ottenuti dalle ossa di individui della Cultura delle Tombe a fossa  indicano che questa società avrebbe causato un cambiamento nella struttura genetica della popolazione in Europa.

Nel loro studio, i ricercatori utilizzano i metodi più moderni delle scienze naturali, ad esempio la genetica molecolare, la datazione al radiocarbonio, le analisi isotopiche dello stronzio, dell’ossigeno e dell’azoto, in base ai quali è possibile determinare il reinsediamento durante la vita dell’individuo studiato e la composizione della sua dieta.

I dati ottenuti contribuiranno  a valutare meglio il materiale archeologico dei tumuli esaminati e risolvere temi geograficamente e culturalmente in modo più ampio, compresi relativi alla ricerca sulla cronologia, la genesi, le influenze della steppa e gli interventi di popolazioni straniere della Cultura delle Tombe a fossa e della Cultura della Ceramica cordata nella regione della Slovacchia nord-orientale.

I reperti della Cultura di Nyírség-Zatín del tardo Eneolitico (2200–2050 a.C.), la necropoli della Cultura di Košťany della Prima Età del Bronzo (1800–1600 a.C.) e una fornace per ceramica del Tardo periodo romano (400 d.C.) sono la prova dei processi dinamici legati all’uso del territorio che comprende il  terrapieno a Hatalov nei successivi periodi di sviluppo.

La ricerca fa parte del progetto del Centro Nazionale della Scienza in Polonia (2020/37/B/HS3/03816) a VEGA 2/0056/22.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Slovak Academy of Sciences (SAS)

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!