TUTANKHAMON: DOPO CENTO ANNI, RESTA E RESTERA’ LA SCOPERTA ARCHEOLOGICA PIU’ AFFASCINANTE
Non potevo non cadere nella trappola della rievocazione del Centenario della scoperta della Tomba di Tutankhamon, la KV 62, posta nella Valle dei Re, a Tebe ovest, che rimane, infatti, una delle scoperte archeologiche più straordinarie del XX secolo, di sempre, a mio parere.
Per celebrare questa ricorrenza, ho deciso di rileggere le interessanti considerazioni in cui Karin Sowada, direttrice dell’Australian Center for Egyptology di Macquarie, spiega perché questa scoperta continua ad accende ancora l’immaginazione collettiva, inclusa quella del sottoscritto.
La tomba del faraone Tutankhamon è l’intero “pacchetto” di una ricerca archeologia: la vita e il regno di un re cancellato dalla storia e riscoperti, gli incredibili manufatti sepolti con lui, la storia dietro le ricerche preliminari e lo scavo della tomba.
Tutankhamon, salì al trono intorno al 1336 a.C., all’età di circa nove anni. Si crede che abbia governato per circa 10 anni e quando morì, fu mummificato e sepolto in una piccola tomba piena di statue, gioielli, oggetti della vita quotidiana e altri tesori scelti di solito necessari al regale defunto per facilitarne il passaggio nell’aldilà.
La tomba, uno dei più piccoli sepolcri reali della Valle dei Re, rimase nascosta per 3.300 anni finché, il 4 novembre 1922, durante lo scavo guidato dall’archeologo inglese Howard Carter (1874-1939) e finanziato dal suo benefattore, George Herbert, V Conte di Carnarvon, vennero alla luce i primi agognati gradini di un manufatto senza tempo.
Howard Carter ha rinvenuto l’ingresso della tomba sotto i detriti di scavo della Tomba di Ramses VI (1143-1135 a.C.) e tre settimane dopo ulteriori indagini, l’ingresso della tomba fu aperto, rivelando quelle “cose meravigliose” testimoniato da diari e cronisti dell’epoca. Lo scavo della tomba fece scalpore e fu ampiamente riportato dalla stampa. Vennero alla luce circa 10.000 manufatti, tra cui un sarcofago d’oro massiccio, carri reali e la celebre maschera funebre del faraone.
La tomba e il suo contenuto sono stati eccezionalmente ben conservati e hanno fornito agli egittologi spunti unici su usi e consuetudini reali del periodo storico egizio denominato Nuovo Regno, corrispondente alla Tarda Età del Bronzo, tra il XVI e l’XI secolo a.C.
Carter è stato acclamato per il modo meticoloso con cui ha registrato tutte le attività di scavo, incluso il disegno e la documentazione di ogni oggetto e di come sarebbero stati realizzati nell’antichità. Le operazioni archeologiche, di documentazione e di inventariazione della tomba sono durate dieci anni, con tutti i documenti originali oggi conservati presso il Griffith Institute Archive dell’Università di Oxford e completamente disponibili online.
L’iconica maschera mortuaria è stata originariamente trovata posta sopra la testa del corpo mummificato di Tutankhamon. Lo raffigura mentre indossa il nemes, un copricapo a strisce ornato e sulla fronte le dee Wadjet (il cobra) e Nekhbet (l’avvoltoio), simboli della regalità divina di Tutankhamon. La maschera è un emblema iconico per l’Egitto moderno, un capolavoro di artigianato non solo per la delicatezza del volto del re, dominato dall’oro, ma per i suoi intarsi di vetro colorato e pietre semipreziose come il lapislazzuli.
I tesori rinvenuti, dopo cento anni allo storico Museo del Cairo, 2.000 manufatti dei quali saranno esposti per la prima volta, saranno in mostra nel nuovo GEM, Grand Egyptian Museum, a Giza, che aprirà presto le sue nuovissime porte… Il nuovo museo sarà l’esposizione completa del patrimonio culturale dell’Egitto, ospitando molti dei suoi manufatti più significativi. Dispone di laboratori di conservazione e strutture di conservazione all’avanguardia, consentendo condizioni ottimali per la conservazione del patrimonio.
Nonostante esistessero prove esigue del faraone Tutankhamon, prima della scoperta della sua tomba, nel 1922, gli Egiziani, antichi e moderni, avevano quasi cancellato il giovane re dai loro monumenti e testi storici.
La scoperta della tomba ha messo in luce questa storia nascosta e ha fornito una finestra su uno dei periodi più controversi dell’Egitto, quel tempo afflitto dalla pseudo “rivoluzione religiosa” guidata da suo padre, Akhenaton. e dalla sua leggendaria moglie principale, la regina Nefertiti.
Le scoperte proseguono, in Egitto e nel resto del mondo e, grazie all’impegno di studiosi indefessi, spesso contro i pareri di istituzioni e opinione pubblica, continuano a produrre risultati unici, sempre ma la Tomba di Tut resta e resterà un simbolo invalicabile della ricerca archeologica.
Tradotto e commentato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Macquarie University
Meravigliose informazioni e foto stupende
Cara Marzia, grazie per leggermi