giovedì, 21 Novembre 2024
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VALORIZZAZIONE DEL RICCO LIMES POROLISSENSIS DELLA PROVINCIA ROMANA DELLA DACIA, ROMANIA

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Il termine limes, all’inizio dell’età imperiale, venne a indicare una strada militare fortificata e poi l’insieme delle fortificazioni poste ai confini dell’impero, dove costituivano, più che una linea di difesa, una linea di attacco per la penetrazione nel territorio nemico, e solo più tardi, attenuatasi la spinta dell’Impero, il limes divenne linea di difesa.

Nel territorio europeo, si è sempre data importanza al limes settentrionale, un sistema di difesa completo e lineare lungo i fiumi Reno e Danubio, cui si aggiungono, lungo certi tratti e in determinati periodi, impianti di difesa artificiali in Germania Superiore, Rezia e Pannonia. Fino a qualche anno fa, scarse erano le notizie del limes della Dacia, il Limes Porolissensis, sebbene le fonti ne abbiano sempre parlato, ma le ricerche archeologiche sono ste piuttosto scarse.

La Dacia è divenuta provincia sotto Traiano e, mentre i Carpazi, a nord, costituivano una difesa naturale, il resto della difesa del confine è composta da una fitta catena di torri e castelletti, di solito sulla cresta dei monti, senza un sistema di palizzate o terrapieno-fossa. Alla spalle di queste torrette, a una distanza che va dai 5 ai 15 km, sorgevano gli alloggiamenti degli ausiliari. Nel territorio intorno al centro di Porolissum si trovano i più imponenti sistemi di valli collegati fra loro.

Nell’ambito di un importante progetto di valorizzazione del Limes Porolissensis, nell’ambito del Programma Nazionale LIMES, il Ministero della Cultura rumeno ha presentato un fascicolo all’UNESCO per rendere il monumento parte del Patrimonio mondiale culturale, elevando il momento della ricerca archeologica in Romania.

Il Limes Porolissensis, il settore più lungo del confine terrestre rumeno dell’Europa romana, è diventato, in tutta l’esistenza della provincia, un sistema difensivo molto complesso, dal carattere unico. Nonostante la complessità e l’elevatissimo volume di lavoro, il consorzio formatosi nell’ambito del Programma Nazionale LIMES ha portato a termine una missione che molti ritenevano impossibile.

Il team, coordinato dal consorzio @TAG, composto da specialisti dal Muzeul Național de Istorie a României, insieme a specialisti della Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest e dell’Istituto di Archeologia Vasile Pârvan di Bucarest, ha redatto il dossier per 27 degli 80 castelletti, rappresentando un percorso di circa 900 km, partendo da Drobeta fino a Sucidava, lungo il fiume Olt, nella sua immissione nel Danubio e fino a Hoghiz, compresa la linea da Rasnov al Danubio stesso.

Alcuni dei siti documentati non sono stati inclusi nel file del dossier perché non soddisfacevano le condizioni dell’UNESCO, ma sono stati ugualmente presentati e pubblicati a corredo delle relazioni basate sulle ricerche condotte nell’ambito del programma. La realizzazione di questa documentazione è stata un’ottima occasione per accumulare nuove informazioni sui confini rumeni e sulla civiltà rumena in generale, pubblicata soprattutto sulla rivista locaLe, Archaeological Research, che ha portato ad un salto spettacolare delle nostre conoscenze in questo campo.

In vista dell’elaborazione di uno specifico dossier sul Danubio, un passo effettuato in parallelo nell’ambito del programma, il tratto di 400 km tra Durostorum e Dunav ă onsu de Sus, è stato finora documentato con 25 castelletti e altre strutture collegate. Sul territorio delle montagne, invece, sono stati documentati 12 avamposti (castelli e fortificazioni temporanee).

Per il progetto del limes, seguuirà un periodo di valutazione da parte degli studiosi specialisti dell’UNESCO, in pieno accordo tra autorità centrali e autorità locali che dovrebbero svolgere ulteriori ricerche sui siti meno indagati in passato.

Parallelamente, secondo il regolamento del Programma Nazionale Limes, il team completerà la documentazione dell’intero settore Danubio, che sarà oggetto di un altro dossier che il Ministero della Cultura rumeno presenterà all’UNESCO.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Muzeul Național de Istorie a României

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