VASI CON RAFFIGURAZIONI DEL DIO BES EGIZIO UTILIZZATI PER BEVANDE PSICOTROPICHE
Per decenni, gli egittologi hanno cercato di individuare l’uso specifico dei vasi Bes come una tipologia di ceramica egiziana con la forma del volto del dio della fertilità Bes, attestati in diversi contesti, dal Nuovo Regno (XVI-XI secolo a.C.) al periodo greco-romano (30 a.C.-476 d.C.).
Bes era una divinità protettiva legata alla guarigione magica, molto popolare tra le classi sociali egiziane meno abbienti, mentre il suo culto veniva praticato in contesti privati e in templi monumentali durante specifici eventi organizzati dal governo centrale.
I luoghi di culto dedicati esclusivamente a Bes sono di un periodo relativamente tardo della storia egizia (le cosiddette Camere di Bes di Saqqara sono datate alla fine dell’era tardo/inizio dell’era tolemaica) e le tracce di rituali eseguiti in suo favore sono scarse.
Nella mitologia, Bes avrebbe drogato la collerica dea Hathor con un cocktail composto di alcol e narcotici vegetali di colore rosso, per placare la sua sete di sangue, consente di collegarlo a rituali che comportano l’uso di psicotropi.
Tuttavia, non sono state individuate tracce dell’uso di tali sostanze nel suo culto e un precedente studio sui residui vegetali individuato in ventitré contenitori, studio non conclusivo, avrebbe dimostrato che in alcuni di questi recipienti contenevano latticini, ma il livello di analisi era caratterizzato come limitato a causa di “protocolli di degradazione ed estrazione delle proteine”.ù
Tuttavia, ora, un team di ricerca guidato da Davide Tanasi (University of South Florida), ha ottenuto una prima informazione dell’uso di sostanze psicotrope da parte degli Egizi, analizzando i residui di un vaso Bes del II secolo a.C. conservata al Tampa Museum of Art.
Il team guidato da Tanasi e formato da ricercatori delle Università della Florida del Sud (Stati Uniti), Trieste (Italia) e Milano (Italia), ha eseguito analisi chimiche e del DNA su un campione prelevato raschiando le pareti interne della vaso Bes di Tampa.
Nello studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, il team ha utilizzato tecniche all’avanguardia di proteomica, metabolomica, genetica e microspettroscopia infrarossa trasformata di Fourier basata sulla radiazione di sincrotrone (SR µ-FTIR) per caratterizzare i residui organici del contenuto del vaso ceramico.
Secondo i ricercatori, è stata identificata con successo la presenza di varie sostanze funzionali, bioattive, psicotrope e medicinali, facendo luce sui diversi componenti di una miscela liquida utilizzata per pratiche rituali nell’Egitto tolemaico.
Utilizzando LC-MS/MS con un nuovo approccio metodologico, sono state messe in evidenza proteine e metaboliti chiave, consentendo l’identificazione di fonti botaniche, confermate da sequenze genetiche. Le analisi hanno rivelato tracce di Peganum harmala, Nimphaea nouchali var. caerulea e una pianta del genere Cleome, tutte tradizionalmente dimostrate avere proprietà psicotrope e medicinali.
L’identificazione di fluidi umani suggerisce il loro coinvolgimento diretto in questi rituali. Inoltre, le analisi metabolomiche e SR µ-FTIR hanno anche rivelato la presenza di liquido a base di frutta fermentata e altri ingredienti come miele o pappa reale. L’identificazione di composti chimici specifici, come alcaloidi e flavonoidi, fornisce informazioni sugli usi psicoattivi e terapeutici di questi nelle antiche pratiche rituali.
I ricercatori ritengono che questo studio multidisciplinare evidenzia la complessità delle culture antiche e le loro interazioni con sostanze psicoattive, medicinali e bioattive. Queste scoperte contribuiscono alla comprensione degli antichi sistemi di credenze, delle pratiche culturali e dell’utilizzo delle risorse naturali, migliorando, in ultima, analisi, la nostra conoscenza delle società passate e della loro connessione con il mondo naturale.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Università della Florida del Sud