giovedì, 21 Novembre 2024
Viaggi&Turismo

VIAGGIO A… MACHU PICCHU!

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Prosegue il nostro viaggio in giro per il mondo. La mia cara amica Maria Assunta Maccarone, fisico, professoressa, compagna di scuola, oggi scrive di uno dei luoghi più incantevoli sulla faccia della terra. Una roccaforte di una civiltà, quella Inca, Machu Picchu!

Buona lettura e… Buon Viaggio!

 

Incastonata tra le Ande e la foresta amazzonica, sorge un’imponente ed affascinante città antica a strapiombo sull’Urubamba, una delle sette meraviglie del mondo moderno: Machu Picchu che nella lingua quechua significa vecchio/a, machu, e montagna o cima, picchu. Dopo Pompei e Ostia Antica è il terzo sito archeologico più grande al mondo ed è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Atterrati nel “Nuovo Mondo” di Pizarro ci vuole poco per capire che questa terra già da secoli possiede una ricca e complessa cultura. Giungiamo ad Arequipa ai piedi del vulcano “El Misti”, visitiamo il convento di Santa Catalina e il Museo Santuarios Andinos dove è in mostra “Juanita“, la principessa del ghiaccio, mummia di una ragazza sacrificata agli Dei, ritrovata durante una spedizione sulle Ande dall’archeologo e scalatore Johan Reinhard, nel  1995.

13397030_10209563803835000_1075680442_oRaggiungiamo Puno ed il lago Titicaca dove troviamo ad accoglierci un bimbetto di soli dieci anni che impara dal papà a navigare sul lago con la loro barca che li sostenta, ma il “soroche“, mal d’altitudine, prende il sopravvento e meno male che al mercatino abbiamo comprato le foglie di coca da masticare in caso di necessità…  In realtà per tutto il tempo rimasti in Perù è stato necessario farlo! Gli Uros, popolo del lago, ci accolgono nelle loro case e cucinano per noi, ci ospitano per la notte in cambio di alcune provviste acquistate nel mercato prima di partire. Parlano uno spagnolo di facile comprensione, ma preferiscono il quechua che oltre ad una lingua è un modo di essere, uno stile di vita.

L’atmosfera è quasi lunare quando al mattino facciamo il giro delle isole sul magico lago blu cobalto, tra fluttuanti isole di canne di totora: siamo a più di 4000 m s.l.m. Sorridono, ci offrono mais bollito dai chicchi giganti e di colore bianco ed il “mate de coca” di cui ormai non ne possiamo fare a meno! Ci offrono in vendita i lavori manuali per lo più ricamati e ci mostrano gli orti, le case, le barche tutti rigorosamente fatti a mano. Dopo questa esperienza fiabesca, riprendiamo il cammino per dirigerci verso la città di Cuzco che è la base di esplorazione per i siti archeologici della “Valle Sagrada“, ma prima un altro ostacolo da superare: il passo andino di “Abra la Raya“(4338 m s.l.m.).

Cuzco è decisamente una delle più belle ed affascinanti città che abbia mai visitato… è considerata la capitale storica del Perù ed è, secondo la mitologia inca, l’ombelico del mondo, dove s’incontrano il mondo degli inferi (Uku Pacha), il mondo visibile (Kay Pacha) e il mondo superiore (Hanan Pacha). Andiamo in giro per la città e non possiamo fare a meno di seguire l’istinto di girovagare senza meta passando da mercatini a chiese, dalle “Ruinas”  a chiacchierare con le piccole ambulanti che sono bambine mandate dalle loro famiglie a vendere in città qualsiasi manufatto per poter andare a scuola e/o comprare l’essenziale per la famiglia. Le loro facce non sono felici, ma per qualche monetina sorridono e parlano con noi, ci mostrano le loro merci. La “Valle Sagrada”, valle del fiume Urubamba, è una zona molto vasta e comprende non solo Machu Picchu, meta tanto desiderata!

13410909_10209563803875001_990862425_oVisitiamo dapprima Pisaq, una cittadina ridente arroccata su una collina, caratterizzata da terrazzamenti, stradine e negozietti di artigianato, ma essendo molto turistica i prezzi sono poco contrattabili rispetto ad altri posti. Nel pomeriggio ci rechiamo a Ollantaytambo e con il nostro stupore ci ritroviamo nella piazza principale dove si svolge ogni anno la tradizionale festa popolare di capodanno. I costumi sono coloratissimi e tutti bevono la “chicha“, la tipica birra di mais e frettolosamente ci rechiamo al mercato locale per comprarcela!

Il sito archeologico dell’omonima cittadina (che significa “locanda di Ollantay”, un guerriero inca) s’inerpica sulla montagna vicino al paese moderno fino a raggiungere il cuore del tempio,  sulla vetta. La tappa successiva è Chinchero. Veniamo accolti da un gruppo di donne in abiti andini che ci mostrano nella loro botteguccia l’antica arte di tingere i tessuti usando erbe, cocciniglie, foglie, pietre ed altre sostanze naturali; altre nel frattempo tessono a mano vicino ad una casetta di terracotta dove allevano cuy ( tipici porcellini d’india) e dove un gattino giocherellone si affaccia incuriosito. Il sito archeologico  ha poche rovine, in compenso visitiamo una chiesa, la piazza del mercato e i vicoletti con i negozietti pieni di oggetti artigianali coloratisimi.

13410752_10209563804075006_1443323490_oIl sito di Moray, sempre nella Valle Sagrada,  sembra un cratere artificiale: cerchi concentrici come un anfiteatro sprofondato e il contrasto è evidente in questa stagione,  tra la pietra bianca e il verde fluorescente dell’erbetta fresca…non sono altro che terrazzamenti usati per sperimentazioni agricole degli Incas. Nelle vicinanze, a circa 10 km da Maras c’è l’omonima Salina. Le migliaia di pozze che compongono questo spettacolare sito furono sfruttate come cave di sale già durante il periodo di dominio Incas del Perù. Oggi, i lavoratori/abitanti di questa zona incanalano l’acqua salina che fuoriesce dal sottosuolo verso altre pozze nelle quali, per effetto del sole, l’acqua evapora lasciando sulla superficie il sale che, in seguito, è lavorato per venderlo al mercato locale. La vista del complesso costituito di almeno 3000 pozze, è davvero spettacolare. Gli abitanti mostrano ai visitatori le loro tecniche ancestrali e permettono che si possa partecipare alla raccolta.
13405318_10209563803714997_400661866_oTorniamo a Cuzco da dove ripartiamo per Ollantaytambo a prendere il trenino per raggiungere Aguas Calientes da dove si partirà finalmente per Machu Picchu. La mattina presto arriviamo nel sito archeologico: un sogno, tutti ci siamo chiesti se lo fosse dandoci pizzicotti a vicenda: nuvole, sole, nebbia, pioggia tutto in un solo posto a strapiombo sul fiume “Urubamba” e incredibile per la sua imponenza, maestosità, bellezza…situata a metà tra le Ande e la foresta amazzonica, tra le vette di Machu Picchu e Huayna (giovane) Picchu. Scale, terrazzamenti, abitazioni, strade, l’intero posto è in granito e contrasta con il verde brillante dell’erba per via della stagione delle piogge. Difficile da descrivere e da immaginare, le foto non rendono giustizia!

E’ un’altra meraviglia del mondo moderno e si capisce perché: mai così tanta incredulità davanti  alla vista di un panorama dall’alto! Percorrere le strade, sbirciare tra le rovine, salire e scendere quei gradini e gradoni sembra riportarci bambini e giocare tra le nuvole, sotto la pioggia, nelle pozzanghere e poi ancora sotto il sole incuriositi e felici di essere stati per un giorno in Paradiso! L’emozione è fortissima e non è semplice decidere di ripartire, ma verso sera è inevitabilmente obbligatorio!

13389070_10209563803554993_703433653_oDel sito archeologico è scritto veramente tanto anche se in realtà pare che non sia mai stato scoperto poiché mai abbandonato…

Un altro sogno è stato coronato e riprendiamo il nostro viaggio per andare a Lima e tornare in Italia.

 

Maria Assunta Maccarone 

 

Foto di Maria Assunta Maccarone 

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